“Il governo Monti non faccia retromarcia sugli accordi presi con l’autotrasporto”

“Siamo pronti a collaborare, ma non a lasciarci prendere in giro. Nessuno si azzardi a pensare che modifiche alle regole concordate con il precedente Governo e approvate dal Parlamento, possano essere cambiate in modo unilaterale con la bugia che alterano la concorrenza”. È un messaggio chiarissimo quanto forte quello inviato dal presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè al neo governo guidato da Mario Monti.

Un messaggio, pubblicato integralmente sul sito www.conftrasporto.it, nel quale Paolo Uggè sottolinea come gli autotrasportatori “siano pronti a confrontarsi su ogni aspetto, tranne che a mettere in discussione le certezze che, con mesi di confronto, abbiamo contribuito a determinare. Il Governo deve sapere che se si fa interprete solo di quella parte che vuole minare i principi sui quali si sono costruite le normative dell’autotrasporto, contrabbandando per tariffe minime quello che in realtà sono parametri necessari a garantire più sicurezza, innescherà le condizioni per uno scontro duro. I costi della sicurezza”, scrive sempre il presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, “non sono fissati dalle categorie interessate e quindi non rientrano nella fattispecie che caratterizza i patti di cartello o che ledono la concorrenza. L’organismo che ha definito tali costi è parte del dicastero dei Trasporti, pertanto di natura pubblica e al di sopra delle parti”. Un messaggio chiaro e forte che Paolo Uggè ha voluto formulare contemporaneamente agli auguri al nuovo governo “chiamato ad assumere nei prossimi giorni le prime decisioni importanti che renderanno operative le linee annunciate  in tema di tagli, di liberalizzazioni, di interventi che eliminino le distorsioni della concorrenza, come ha annunciato nel suo intervento al Senato il neopresidente del Consiglio”.

9 risposte a ““Il governo Monti non faccia retromarcia sugli accordi presi con l’autotrasporto”

  1. I costi minimi di sicurezza sono un elemento di civiltà giuridica nel rispetto della sicurezza sociale dei cittadini.
    Principi più volte sostenuti anche dall’Europa e sarebbe paradossale che il neo premier che incarna l’europeismo più spinto affossasse una norma con tali principi solo per far contenta qualche lobby nazionale che a parole sostiene la sicurezza sul lavoro ma nei fatti fa tutt’altro. Comunque noi trasportatori siamo pronti a tutto per difendere una norma di legge che salvaguardia il nostro lavoro e la vita dei cittadini.

  2. Mi sembra però che le nuove tabelle dei costi minimi elaborate dall’Osservatorio costituiscono una bella “polpetta avvelenata”. Francamente non capisco come sia possibile una differenza così marcata tra i dati di settembre e quelli di ottobre. O io sono scema perchè non ho notizia della diminuzione del costo del gasolio o degli altri costi, o qualcuno ha pensato bene di giocare le carte giuste al momento giusto. Vorrei anche capire che differenza di costi ci possa essere tra un’impresa di autotrasporto per conto terzi e un’impresa di autotrasporto per conto terzi che effettui attività di subvezione.

  3. Ricordo una pubblicità che diceva: Monti abiti belli, abiti pronti. Non sarà il nostro caso temo che gli abiti che ci metterà a disposizione il nostro nuovo presidente dl Consiglio siano un pò stretti e che ci faranno sentire soffocare.

  4. Alessandra ma come fai a sostenere queste cose. Vuoi forse negare che quando non hai mai passato un carico nella tua attività di trasporto? Mi pare strano. Passarsi i viaggi è una consuetudine del nostro lavoro. Aver previsto una percentuale massima che tiene conto del fatto che esistono i costi di organizzazione e di commercializzazione a me sembra non un errore ma io lo vedo come un tetto massimo, applicabile solo tra imprese iscritte all’albo, che garaantiscono comunque che il vettore non potrà percepire meno di quel valore. Così facendo si mette anche un freno ai tanti passaggi che sono solo delle operazioni di bagarinaggio.

  5. Sostengo queste “cose” perché qui si parla di costi minimi o costi di sicurezza e non di prezzo. I costi, specialmente quelli di sicurezza, dovrebbero essere uguali per tutti mentre il prezzo finale può e deve variare secondo le voci che tu citi. Da parte mia si verifica il caso che, pur percorrendo gli stessi km e quindi avendo identici oneri, secondo le tabelle avrei invece costi diversi. Cos’è, un subvettore paga meno assicurazioni o bollo e può forse guidare più a lungo? È la stessa storia della differenziazione di costi tra contratti scritti e contratti verbali così com’era stata pensata all’inizio. Mi spiace ma sono convinta che l’Osservatorio avrebbe potuto fare di meglio, soprattutto avrebbe potuto essere più trasparente, indicando i criteri con i quali è giunto all’elaborazione dei costi.

  6. Vista la palese volontà dei miei committente a non pagare il dovuto e visto che l’andamento negativo della mia azienda, come delle altre operanti nel trasporto, era dipeso proprio dalle tariffe troppo basse, che nonostante le mie innumerevoli richieste, in un regime di libero mercato, non venivano in alcun modo poste al rialzo, ho deciso di applicare per l’appunto il contenuto dell’art. 83 bis, augurandomi che questo potesse, oltre che a farmi recuperare le mie somme, anche revocare lo stato di messa in liquidazione della mia azienda e portasse un favorevole contributo di incoraggiamento a tutte le imprese di trasporto nell’applicare i costi minimi di sicurezza, al fine di garantire la sicurezza stradale e la regolarità del mercato dell’autotrasporto merci per conto di terzi.
    Consultato il mio avvocato e il commercialista, assieme, abbiamo effettuato i conteggi, asseverati con perizia giurata, presentati in tribunale e a seguito abbiamo ottenuto ben 14 decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi con dispensa dell’osservanza del termine di cui all’articolo 482 c.p.c. (di questo mai nessuno ne ha parlato), 13 dal tribunale di Rovigo e uno dal tribunale di Venezia, nei confronti di altrettanti committenti, per la maggior parte grossi trasportatori e logistiche. Convinto della bontà della legge in oggetto, molto acclamata dalle associazioni e dagli esperti di trasporto, abbiamo iniziato un lungo calvario di azioni giudiziarie nei confronti dei committenti, che però, rispondendo con opposizioni infondate e con l’apporto di giudici che non sanno giudicare, forse anche disinformati o incuranti di questa legge, stanno facendo sospendere tutti i decreti che noi abbiamo ottenuto, con motivazioni futili e assurde, orientate per lo più a un giudizio interpretativo che tecnico. Questo, visti anche gli ulteriori e notevoli esborsi di denaro, (ho richiesto anche l’intervento di un luminare, che ha vissuto dall’interno questo decreto legge) richiesti per far fronte ai costi di avvocati e periti, rischia di mettermi solo nell’ultima condizione di dichiarare il fallimento della mia azienda. Ora mi chiedo e vorrei che questo fosse chiesto al vostro presidente dottor Paolo Uggè: a cosa serve aver fatto tutto questo, e acclamare una legge che dovrebbe dare ossigeno alle aziende di trasporto, creare nuovi posti di lavoro, creare condizioni umane e sicure di lavoro, eliminare la concorrenza sleale, ottenere decreti ingiuntivi, credere che questa sia una svolta per il mondo del trasporto, creare manifesti per la campagna di sensibilizzazione come dal vostro sito, discutere in sedute parlamentari e intimare come ha fatto il vostro presidente, al nuovo Governo entrante e al nuovo ministro dei Trasporti Corrado Passera “Siamo pronti a collaborare ma non a lasciarci prendere in giro”, “Nessuno si azzardi a pensare che modifiche alle regole concordate con il precedente Governo e approvate dal Parlamento, possano essere cambiate in modo unilaterale con la bugia che alterano la concorrenza”… A cosa serve tutto questo, ripeto, se un giudice disinformato e superficiale, con una sentenza priva di contenuto tecnico in materia di trasporto, sospende un titolo esecutivo, ottenuto applicando scrupolosamente l’articolo 83 bis, dando spazio e forza alla committenza per continuare ad arricchirsi sfruttando i vettori che come me, credono in un autotrasporto leale e rispettoso delle regole, supportato da tariffe congrue atte a coprire almeno i costi minimi di gestione, al fine di garantire nell’effettuazione del trasporto, un livello di sicurezza per noi operatori e per gli utenti della strada e oltretutto a dare la possibilità alle aziende di onorare i propri debiti? Scusate se mi sono dilungato, ma vorrei che almeno anche questa volta, tutto quello che si è ottenuto non venisse vanificato. Gradirei una risposta e un aiuto da parte vostra, magari proprio dal vostro presidente, con il quale mi rendo disponibile per informarlo di come si sta vivendo, nei nostri tribunali e nella nostra zona questa legge e non vorrei che proprio in questi andasse soffocata. Inoltre mi rendo disponibile per tutti quei trasportatori che volessero consigli per applicarla e farla rispettare dalla propria committenza.Io purtroppo però, non ci sono riuscito! Grazie.

  7. Lo stesso tuo problema ce l’ho anche io, solo che non è dovuto ai costi minimi, da integrare, ma al saldo dei viaggi, che sono a norma con i costi minimi, ma le società logistiche non pagano le fatture.

  8. Carissimo Daniele, non puoi nemmeno immaginare quanto la tua situazione sia simile alla mia. Se davvero come dici, vuoi dare un favorevole contributo alla categoria, non fermarti, pubblica o fai pubblicare le motivazioni della sentenza e tutti ne discuteremo. Il web è molto frequentato. Non demordere, nei meandri di questa legge contorta e fumosa ci sono altre strade da percorrere. Sul 482 ho saputo che l’applicazione è obbligata quando non sono indicati i costi del gasolio in fattura e come dici, pochissimi ne sono a conoscenza. Chissa perchè. I giudici li conosciamo bene e se ti può consolare sappi che a noi è toccato proprio quello che non sapeva nemmeno cosa fosse un cronotachigrafo. Qualcuno dirà che non tutti sono così,che tanti sanno fare il loro lavoro: peccato che questi ultimi capitano sempre agli altri. Certo non possiamo permetterci i prìncipi del foro nè contare su tutti i gradi di giudizio così come fanno i nostri committenti che ne hanno già considerato i costi nei loro bilanci. A proposito di questo vorrei capire se l’Osservatorio o il MIT lo abbiano mai fatto nei loro fumosi algoritmi! C’è ancora tanto ma tanto lavoro da fare. Ora, con il nuovo governo, è meglio farci sentire da subito, con una bella lettera aperta al nuovo ministro. In bocca al lupo, Daniele.

  9. Crepi il lupo Alessandra. Ti farò sapere come andrà avanti questa “avventura”, ma sono sicuro che ancora una volta la committenza avrà ragione. Pensa che uno dei decreti sospesi è stato emesso proprio dal giudice che lo ha emesso! Quando non sapeva più come fare a sospenderlo, ha trovato da ridire sulle date di invio delle raccomandate, roba da non credere! Ma dico io: quando ha emesso il decreto ingiuntivo, non ha controllato le date?! Comunque la tua idea di farci sentire subito dal Governo entrante e in particolare dal nuovo ministro trova pieno appoggio da parte mia, Uggè già qualcosa ha detto, ma forse non basta. Un saluto

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