Padroncino morto a La Spezia, Confartigianato chiede sicurezza

Un autotrasportatore padroncino di 59 anni è morto nel porto della Spezia, schiacciato fra la motrice del suo camion e un container. “Desideriamo innanzitutto esprimere vicinanza alla famiglia dell’autista scomparso Roberto Mattioli”, commenta su www.cittadellaspezia.com, il responsabile di Confartigianato Trasporti, Nicola Carozza, “e ricordare che gli incidenti sul lavoro uniscono senza distinzioni sindacati datoriali e sindacati dei lavoratori”.
La Confartigianato Trasporti anche all’inizio di luglio ha incontrato il sindaco della Spezia, Massimo Federici, per rappresentare i problemi della categoria e sollecitare interventi presso il Comitato dell’Autorità Portuale e la Camera di Commercio della Spezia. “Non è facile capire le dinamiche di un incidente sul lavoro”, prosegue Carozza, “ma alcuni fattori ambientali certamente possono incidere nello stress degli autisti. Spesso i padroncini e gli autisti che rappresentiamo sono costretti a lunghe ore di attesa al varco doganale (raggiungendo anche le 3-4 ore) che per i camionisti equivalgono a ore di guida sottratte alle 9 totali consentite dal Codice della strada nell’arco delle 24 ore che un camionista deve assolutamente rispettare, per la sua sicurezza e quella degli altri automobilisti, e oggi in modo ancora più importante se teniamo conto della Patente punti, che per un autotrasportatore è essenziale per la sua attività. Restare a disposizione per ore dei terminalisti significa impedire a un autotrasportatore di fare il suo lavoro o incorrere in situazioni non lecite. È necessario rivendicare pari dignità rispetto alle compagnie di navigazione e tariffe che permettano ai lavoratori e agli imprenditori di lavorare in sicurezza e in tranquillità”. La tragedia è avvenuta in una zona di movimentazione container dove vengono utilizzate le gru che sollevano e trasferiscono i carichi dei mezzi pesanti. La Confartigianato Trasporti – prosegue la nota sindacale – chiede all’Autorità Portuale e alle Compagnie di dare più ascolto alle piccole e medie imprese. I ‘padroncini’ e le piccole imprese del settore sono imprenditori a tutti gli effetti che investono e danno lavoro alle famiglie: basti semplicemente pensare che una nave che trasporta 6.500 teu viaggia con 14 persone d’equipaggio, per movimentare i contenitori si richiedono 5.500 autisti e 5.000 camion. Ne consegue un identico valore d’impresa tra la compagnia e gli autotrasportatori interessati. “La vera ricchezza del porto sono gli autotrasportatori e i lavoratori del settore”, conclude Carozza, “la loro dignità, il loro sudore, i loro sacrifici che hanno fatto crescere l’attività portuale, aumentato le movimentazioni, ridotto i tempi, portando ricchezza alla città”.

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