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È l’ennesima morte bianca catalogata erroneamente come incidente stradale. Un’altra tragedia che ha colpito un autotrasportatore sulla strada, mentre svolgeva il proprio lavoro. Roberto Tadini, 37 anni, di Caravaggio in provincia di Bergamo, è morto lunedì mattina in un tragico incidente lungo l’autostrada A4 tra Agrate e Monza. “È una morte sul lavoro, non un incidente stradale”, puntualizza Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai di Bergamo, nel video.
Stando alle prime ricostruzioni, poco prima delle 10 l’autotrasportatore bergamasco avrebbe tamponato con il suo camion un altro mezzo pesante, un Tir straniero. L’impatto è stato molto violento, tanto che la cabina di guida si è accartocciata su se stessa. Inutili i tentativi di soccorso da parte del personale del 118. Roberto Tadini era padre di una bimba di 6 anni, Camilla.
“In ogni luogo dove si recava”, ha dichiarato a L’Eco di Bergamo la sorella Nunzia, “conquistava tutti con il suo sorriso”. Il trentasettenne, che lavorava in proprio, è ricordato come una persona molto professionale. Il papà Mario, pensionato, negli anni scorsi molte volte era stato il suo compagno di viaggio: “Era molto prudente”, ha racconta il padre sempre al quotidiano bergamasco, “lo dimostra il fatto che in quindici anni di lavoro come autotrasportatore non ha mai avuto un incidente. Recentemente aveva anche conseguito l’attestato di capacità professionale. Era molto fiero di ciò. È incredibile che abbia perso la vita proprio facendo la professione che amava”. Professione che, spiega L’Eco di Bergamo, nonostante la crisi economica, gli stava dando dei risultati soddisfacenti che gli consentivano di aiutare anche alcuni colleghi. “Quando qualche altro autotrasportatore di sua conoscenza era in difficoltà”, ricorda ancora Mario Tadini, “gli affidava alcune delle sue commissioni. Lui era fatto così”. Oltre al padre, alla sorella e alla piccola figlia, il trentasettenne di Caravaggio lascia nel dolore la compagna Erica, la madre Tina e il cognato Beppe.
La tragedia di cui sopra è l’ennesima dimostrazione che la categoria è sempre catalogata come di serie B. Diamo il nome alle cose, si tratta di morte bianca come quella che può accadere in un cantiere edile, solo che mentre in quel caso si va in prima pagina sui telegiornali e sui quotidiani nel caso di cui sopra se si viene menzionati è già una conquista.
Evidentemente continuano a esserci morti (sul lavoro!) di serie A e di serie B. Il presidente Giorgio Napolitano su questo non ha nulla da dire?
Onestamente io credevo che fossero già considerati infortuni sul lavoro. Avevo seguito il vostro servizio di qualche mese fa fino a commuovermi per la lettera di quella madre. Ma è possibile che a Roma ci sia gente insensibile invece che ancora non si è mossa in questa direzione. Ora dovrebbe arrivare il nuovo codice della strada non so se è in quel documento che si deve intervenire, ma spero che qualcuno lo faccia presto.
Condivido parole e tono di Doriano Bendotti….!!! Grazie per essere, da molto tempo, dalla nostra parte.
Bravo Bendotti. Bisognerebbe sentire cosa ha da dire la “sora Emma” che rivendica nei convegni a favore della legalità e sicurezza e poi si oppone affinché nel settore siano introdotte normative serie che coinvolgendo tutti i soggetti diano anche al nostro mondo certezze, trasparenza e maggior tutela della vita umana.
Attraverso questo blog vorrei esprimere il mio cordoglio ai familiari del collega deceduto.