Sistri, il nuovo sistema non piace:
“È complesso e troppo costoso”

Sono in arrivo le prime scadenze indicate dal Sistri, il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti che sostituirà gradualmente il registro di carico e scarico, il formulario e il Mud. Entro fine mese molte aziende dovranno iscriversi al Sistri, mentre per le piccole imprese (quelle fino a 50 dipendenti) ci sarà tempo fino al termine di marzo. Il Sistri non piace proprio e il giudizio arriva anche dal responsabile dell’Ufficio Ambiente di Cna Como, Alberto Novati (nella foto), che giudica il sistema “Troppo complesso e troppo costoso”.
La nuova modalità di monitoraggio telematico di gestione dei rifiuti coinvolge  moltissimi artigiani e piccole imprese (700mila in tutta Italia), chiamati nuovamente a contribuire con soldi propri all’avvio del sistema. “I contributi annuali sono elevati”, spiega Novati, “e a questi c’è da aggiungere il conseguente cumulo dei costi dell’intera filiera che verrebbero scaricati, sul produttore del rifiuto. Ci sono poi ulteriori costi dovuti alle fasi di registrazione, all’installazione delle black box, ai servizi di assistenza e manutenzione e alle attività relative al caricamento dei dati che, per le piccole imprese, risulterebbero onerose al pari del sistema attuale.
Si pensi”, continua Novati, “al titolare di una lavanderia, di un’autofficina, di un negozio di parrucchiere che non possiede gli strumenti informatici che la nuova normativa richiede. Occorre acquistare un computer, avere la connessione internet la chiave Usb e imparare ad utilizzare il sistema di gestione on-line. E poi i costi di registrazione: per un produttore di rifiuti la “tassa di iscrizione” per unità locale va da 120 (fino a 10 addetti) a 800 euro. E per i trasportatori è anche peggio: oltre alla quota d’iscrizione da 120 a 500 euro vi è un esborso di 150 euro a mezzo più il costo della black box da installare su ciascun  veicolo. Insomma, se penso a una piccola impresa comasca che deve adeguarsi acquistando il pc, connettendosi alla rete e dedicando tempo per la formazione e la procedura stessa di registrazione di ogni singola operazione, credo che il sistema sia una follia”.
Il nuovo sistema di rintracciabilità dei rifiuti dovrebbe garantire che lo smaltimento avvenga nell’assoluta legalità. Per quale motivo siete contrari?
“Non siamo contrari ai controlli. Anzi, la nostra confederazione ha da sempre sostenuto l’importanza di un sistema che favorisse una corretta e legale gestione dei rifiuti nel nostro paese. Tuttavia, va detto, che la tracciabilità dei rifiuti esiste già, attraverso strumenti cartacei quali il registro di carico e scarico e il formulario per il trasporto dei rifiuti. Ciò che cambia è la modalità che però, a parità di unità smaltita, ha dei costi notevolmente superiori a quelli attuali”.
Perché ritiene che la gestione telematica dei rifiuti sia troppo complessa?
“Il sistema economico comasco e italiano in genere, come è noto, è costituito per lo più da micro e piccole imprese, che difficilmente dispongono della strumentazione, delle competenze e del tempo necessari per gestire un tale sistema. C’è poi tutta una fase di adempimenti burocratici che va attuata in tempi troppo brevi. Per questo tra le nostre principali richieste c’è quella di una gradualità nell’applicazione del sistema, al fine di garantire alle imprese il tempo necessario per ricevere una comunicazione adeguata sul funzionamento del Sistri, e per poter formare gli addetti. Finora ci sono scadenze fissate senza che il sistema sia operativo. Noi vorremmo “prima vedere cammello” e poi pagare”.
In ogni caso per illustrare modalità, costi e tempistica dell’iscrizione al Sistri, Cna organizza un convegno che si terrà il 12 marzo nella sede territoriale della Regione Lombardia.

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