Il successo di Io dissuado. Intanto fa discutere la pubblicità del vino

Ha avuto un grande successo la manifestazione Io dissuado, organizzata domenica dalla Fondazione Ania per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo scottante tema della sicurezza stradale. Cinquemila persone, dissuasori umani di velocità, si sono infatti sdraiate sull’asfalto di via dei Cerchi a Roma a cinque metri di distanza gli uni dagli altri. Cinquemila non è un numero scelto a caso ma il bilancio di un anno degli incidenti dovuti ad alcol, forte velocità, distrazione e inesperienza. Come spiega il segretario generale della Fondazione Ania, Umberto Guidoni, “è la prima volta che in Europa si svolge una coreografia del genere per sensibilizzare l’opinione pubblica sul terna della sicurezza stradale. In Italia, si sa, ne abbiamo più bisogno che altrove”. Per contrastare questa strage continua, il presidente della Fondazioni Ania, Sandro Salvati, ha lanciato alcune idee: ”Servono”, ha detto Sandro Salvati, “progetti sistematici a breve, medio e lungo termine, come l’inserimento di un’ora di educazione stradale nelle scuole, più controlli e più risorse alle forze dell’ordine. Non è possibile tollerare che il sacrosanto diritto alla mobilità dei cittadini e la loro vita siano messi a rischio dai comportamenti imprudenti e spesso criminali di chi guida violando norme e regole di civiltà”.
Ma, proprio nella giornata della sensibilizzazione sulla sicurezza stradale non sono mancate alcune polemiche. Una ha riguardato un messaggio pubblicitario di una nota casa vinicola, la Gancia. Come spiega il portale vita.it, “le immagini contestate, affisse sui cartelloni pubblicitari, sono quelle di due ragazzi su un motorino, senza casco, circondati dalle bollicine; guida la ragazza, ma non guarda avanti: è invece girata verso di lui, che è seduto dietro con le gambe e le braccia spalancate. Le bollicine sono di spumante e anche il motorino è una sagoma fatta di spumante. Per la Gancia sono “immagini di leggerezza”. Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione italiana familiari delle vittime della strada, ha invece definito “immorale” la pubblicità e ha minacciato di rivolgersi al ministro della Giustizia”.

4 risposte a “Il successo di Io dissuado. Intanto fa discutere la pubblicità del vino

  1. È meglio concentrare gli sforzi per realizzare quanto richiesto da Salvati (un’ora di educazione stradale obbligatoria nelle scuole, più controlli e risorse ale forze dell’ordine) che perdere tempo a contestare degli stupidi cartelli pubblicitari.

  2. Ho visto le immagini delle persone sdraiate sulla strada in tv veramente toccanti. Complimenti per l’iniziativa. Anch’io non mi soffermerei troppo sulle contestazioni ai manifesti pubblicitari. Non penso che l’intento della casa vinicola fosse quello di dire “ubriacatevi e poi andate in giro senza casco”. La moto è un simbolo di gioventù e libertà e credo loro l’abbiano usato per quello. Se però la polemica è stata orchestrata ad arte per far parlare di “Io dissuado” allora complimenti, tutti i modi per sensibilizzare sull’educazione stradale sono leciti.

  3. Non c’è dubbio che la questione legata alla guida in stato di ebbrezza sia di grande rilevanza, se non altro per l’impatto che riversa sulla sicurezza.
    Si sono misurati in molti a dibattere se sia giusto o meno applicare il principio della tolleranza zero.
    Personalmente penso che in un periodo di almeno tre anni il principio debba essere introdotto. Del resto per gli autisti professionisti già è così.
    Successivamente, dopo la fase educativa, si potrebbe rafforzare il principio del danno generato ad altri rapportando le sanzioni accessorie in ragione del danno creato.
    Comprendo bene l’importanza per la nostra economia della filiera dell’enogastronomia ma bisogna partire da una scala di valori che metta al primo posto la tutela della vita umana.

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