Multe, c’è più tempo per i ricorsi: il termine passa da 30 a 60 giorni

Se avete ricevuto a casa la notifica di una multa, ora avete un tempo maggiore per decidere se pagare, oppure presentare ricorso davanti al prefetto o il giudice di pace. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, tramite un’ordinanza della sesta sezione civile. Ora sono sessanta e non più trenta i giorni disponibili per impugnare la cartella esattoriale, nei casi in cui il verbale non sia mai stato notificato al trasgressore. Continua a leggere



Italia, il Paese di multe e ricorsi: ma quanti guai per la targa clonata

Multe e ricorsi. Sono le due facce della stessa medaglia, quella dell’Italia, il Paese che, come spiegava un’indagine a livello europeo condotta dall’Associazione dei Contribuenti Italiani nel 2009, spicca per la crescita del numero di contravvenzioni. Negli ultimi 10 anni, in Italia le multe sono aumentate del 1.265 per cento. Nel resto d’Europa le cose vanno diversamente. Dopo l’Italia troviamo la Romania con una crescita del 384 per cento dal 1999 al 2009, quindi la Bulgaria con il 306 per cento, l’Albania con il 296 per cento, l’Estonia con il 239 per cento, la Slovacchia con il 214 per cento e la Croazia con il 192 per cento. Fanalini di coda sono l’Inghilterra con il 34 per cento, la Germania con il 28 per cento e la Svezia con il 21 per cento. Continua a leggere



Fate ricorso contro una multa?
Il giudice di pace potrà aumentarla

Fare ricorso contro una contravvenzione. È la reazione che spesso, d’istinto, si ha quando viene recapitato un verbale particolarmente “salato”. Ma attenzione: ricorrere potrebbe servire solamente a far lievitare la multa. I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25304 del 15 dicembre 2010, hanno infatti stabilito che in caso di opposizione a un verbale per violazioni del Codice della strada, il giudice di pace può applicare una sanzione superiore a quella indicata nel verbale impugnato. E l’automobilista che avesse fatto ricorso potrebbe trovarsi a pagare un importo superiore a quello sancito nel verbale anche in assenza di una richiesta in questo senso da parte della pubblica amministrazione. Continua a leggere



Correva troppo perché andava dalla figlia morente, la multa resta

Andava a 92 chilometri orari in un tratto di strada dove il massimo consentito è 90. Un eccesso di velocità come tanti, “fotografato” da un autovelox. La multa, 38 euro, è arrivata qualche mese dopo e alla donna in questione quel verbale sarà sembrato una pugnalata. Perché dietro quell’eccesso di velocità, come racconta il sito del Corriere della Sera, c’è una storia struggente. Quella sera Graziella Cecconello correva troppo perché poco prima un carabiniere le aveva detto al telefono che sua figlia Alessandra, di 33 anni, era in fin di vita all’ospedale dopo un’incidente in auto. Era una bugia: in realtà la donna era morta sul colpo. Continua a leggere



Eccesso di velocità, ma il cartello non era in metri al secondo?

Il ricorso contro un verbale elevato per eccesso di velocità è una pratica diffusa per gli utenti della strada. C’è chi lo contesta per aver superato solo di “qualche” chilometro il limite cittadino, chi protesta per l’assenza degli agenti accertatori, e chi fa di tutto per “sconfessare” la validità di una rilevazione fatta con una apparecchiatura.
Ma le motivazioni presentate nel ricorso sotto riportato ne batte molte… se non tutte.
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