Si sente spesso parlare di recupero di competitività e di servizi di logistica. L’evoluzione dal modo tradizionale di operare da parte delle imprese di autotrasporto è la condizione unica di crescita. In tale contesto assume una valenza indispensabile la necessità del rispetto delle regole per dare maggior sicurezza. La Fai Conftrasporto ha deciso di assumere un’iniziativa, non certo con la pretesa di convincere tutti, ma certa di mettere a disposizione delle imprese che decideranno di partecipare a questa sfida un’opportunità che, in modo nuovo, le metta in condizione di evolversi e di offrire servizi a qualità garantita al mercato. È giunto il momento di partecipare alle sfide da protagonisti. La crisi (gli indicatori convergono a dare questa certezza) sembra essere ormai alle spalle. La crescita degli ordinativi e l’incremento del traffico pesante sulle strade ne sono la conferma, attestano come la ripresa economica sia in atto e le previsioni del Pil ci inducono a ben sperare. Le analisi che recentemente il ministro dell’Economia e Finanze, Giulio Tremonti, ha presentato sottolineano l’ineluttabile necessità che da parte del nostro Paese si avvii una politica in grado di recuperare ancor più la competitività che manca al sistema Paese. Non possiamo che concordare ed è proprio per questo che vorremmo si passasse finalmente da quella che fino a oggi è stata più che altro una politica degli annunci, a quella politica del fare che tarda a realizzarsi. I costi della burocrazia, la riduzione delle tasse, il rispetto delle regole e della legalità, la lotta contro le forme di distorsione della concorrenza, debbono entrare nell’agenda del governo rapidamente. Per il mondo del trasporto, occorre riconoscerlo, prima della pausa estiva, l’esecutivo ha dato segnali importanti. Le modifiche al Codice della strada e l’approvazione della legge n.120, che ha ripreso i principi della riforma del 2005, lasciata dal governo Prodi nel cassetto, hanno definito in modo chiaro regole di trasparenza e tracciabilità per garantire sicurezza della circolazione e sociali. Ora tocca agli imprenditori mettersi in gioco. Questi, infatti, da un lato, dovranno essere tali (e, avvalendosi delle nuove norme, dovranno instaurare con i propri committenti rapporti nuovi), ma dall’altro dovranno scegliere di porsi sul mercato con spirito imprenditoriale innovativo. Fai Conftrasporto offre loro una possibilità: la professionalità garantita. Non una frase senza senso, ma un modo di offrire servizi che attraverso un marchio (che verrà rilasciato solo a chi accetterà di operare secondo precise e ferree regole) offra garanzie e certezze. Se qualcuno pensasse di trovarsi di fronte a una semplice operazione di marketing, è invitato a metterci alla prova, verificando di persona le regole stabilite. Ma c’è un altro elemento di riflessione che dovrebbe essere sufficiente a considerare in modo più completo quello che viene proposto: in gioco, e non è poco, si mette la federazione che in tanti anni di comportamenti seri ha saputo crearsi un’immagine che vale. Coloro che si occupano di comunicazione e operano nel commerciale ben sanno il valore della credibilità. Ebbene la Fai Conftrasporto la mette in gioco a favore di quelle imprese che accettando la sfida vogliano contribuire a creare un’immagine diversa. Il progetto prevede anche aspetti e servizi più prettamente finanziari, a sostegno della categoria, con uno sviluppo strutturato della borsa dei noli e un protocollo di sicurezza legato al progetto che non può che essere alla base dell’iniziativa della sicurezza della strada. Temi come i tempi di pagamento, l’accorciamento della filiera, la stipula di accordi commerciali saranno resi più facili e più sicuri per tutti. Quella che sta per partire è una sfida che consentirà alle imprese di trovare risposte concrete, destinate a integrarsi con i servizi che strutture, legate al mondo Fai Conftrasporto da anni, offrono agli operatori. L’obiettivo è dare opportunità concrete alle imprese di un settore che ora deve però comprende fino in fondo la reale portata delle sfide. Non comprenderlo significherebbe uscire perdenti per sempre.
Paolo Uggè