“Aprire una crisi di Governo in questo momento sarebbe irresponsabile”. Ad “affondare” le manovre dei rappresentanti del mondo politico che vorrebbero porre fine al Governo timonato da Mario Draghi è il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, che salendo sul palco dell’Annual Meeting 2022 ospitato al Parco dei Principi Grand Hotel in Roma, ha affermato senza mezzi termini che “l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la ripresa economica richiedono decisioni e non aperture di crisi” aggiungendo che “il mondo armatoriale chiede uno sforzo a tutte le controparti istituzionali per superare ogni impasse e tornare a lavorare su temi concreti”. Nodi da sciogliere che, per quanto riguarda il trasporto marittimo e la possibilità che “ possa continuare a garantire sviluppo e occupazione” riguardano gli impatti negativi, potenzialmente devastanti, che il trasporto marittimo italiano accuserebbe dal combinato disposto delle norme dettate dall’Organizzazione marittima internazionale, l’Imo, e dal pacchetto Fit for 55 dell’Unione europea (per raggiungere entro il 2030 gli obbiettivi del Green Deal con, in particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, e con l’obbiettivo di arrivare alla “carbon neutrality” per il 2050); l’assoluta necessità di “di semplificare il quadro regolatorio del settore marittimo, liberandolo da regole dettate 80 anni fa e, anzi, mettendo al più presto in sicurezza il supporto dello Stato alle attività delle imprese italiane di navigazione; l’altrettanto fondamentale necessità di “ tutelare l’industria crocieristica italiana, e tutto il suo indotto anche in termini di occupazione, con particolare riguardo al ‘caso Venezia’; e, ancora, l’importanza di tenere in considerazione il know-how degli armatori in vista dell’aumento dell’import di gas naturale liquefatto”. Temi assolutamente prioritari che il presidente di Assarmatori ha scandito rivolgendosi a tutta la platea ma, in particolare, al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e ad altri esponenti di spicco della politica e dell’economia seduti in prima fila. “Siamo alle prese con un momento storico difficile, sfidante ma al contempo anche ricco di opportunità”, ha affermato Stefano Messina, “con da una parte il nostro settore che fa i conti con due anni di pandemia e con le crescenti tensioni geopolitiche, a partire dal conflitto russo-ucraino, che hanno fatto deflagrare l’inflazione e causato cambiamenti radicali dello scenario mondiale, emergenze che si sono assommate a vecchie e nuove problematiche; e dall’altro con le nostre imprese che vogliono continuare a creare sviluppo e posti di lavoro”. Infine la richieste al Governo “di battersi nei negoziati finali fra Parlamento, Consiglio e Commissione per tutelare tutti i collegamenti insulari (nella specie anche per isole maggiori) e le Autostrade del Mare, che vanno promosse senza discriminazioni tra operatori, scongiurando gli effetti boomerang, ovvero il trasferimento modale inverso dal mare alla strada”. Scenari preoccupanti come preoccupazione il presidente di Assarmatori ha espresso anche relativamente alla semplificazione normativa. “Abbiamo bisogno di essere liberati da regole dettate 80 anni fa. Vogliamo competere ad armi pari con gli armatori, anche di Paesi membri della UE, che battono bandiere di Stati che hanno reso efficiente il sistema del trasporto marittimo senza alcuna diminuzione di standard di sicurezza o di lavoro.Le nostre imprese attendono il completamento del processo legislativo necessario per adeguarsi a quanto chiesto dalla Commissione europea ormai due anni e mezzo fa, cioè di estendere i benefici del Registro internazionale, strumento che ha garantito crescita e occupazione, anche nel caso in cui le imprese italiane operassero con navi registrate nei Paesi della Unione europea” ha concluso Stefano Messina che ha riservato l’ultima annotazione al settore crocieristico, che“per quanto in netta ripresa dopo l’azzeramento dei traffici dovuto alla pandemia, vive un momento complicato. La chiusura del Canale della Giudecca, a Venezia, ha inferto un colpo durissimo a questo comparto in tutto l’Adriatico. Auspichiamo che il Governo indichi una soluzione per poter utilizzare il Canale Vittorio Emanuele, per vedere finalmente approvato il Protocollo Fanghi e per accelerare la realizzazione di nuovi accosti a Marghera garantendo risorse aggiuntive al Commissario: anche questo comparto è un volano fondamentale per l’economia nazionale”.