“Cna spieghi agli associati perché spalancò le strade alla concorrenza sleale”

Sembrano destinate a dividersi sempre più le strade delle associazioni dell’autotrasporto, dove in un momento in cui servirebbe la massima unità e collaborazione, voglie di protagonismo sembrano invece prevalere.  “Voglia di protagonismo che sembrerebbe far perdere di vista la realtà dei fatti a Cinzia Franchini, presidente di Cna Fita, come sottolinea in un suo intervento Doriano Bendotti, esponente di Fai Conftrasporto, che invita la “collega” a non proseguire su una strada senza uscita. Ecco l’intervento inviato da Doriano Bendotti a Stradafacendo. “Da diversi anni in qualità di responsabile della Fai di Bergamo seguo i problemi del trasporto. Leggendo le affermazioni della signora Cinzia Franchini mi domando se veramente la presidente crede di tutelare schierando al fianco dell’autotrasporto una federazione come la Cna Fita che si è sempre contraddistinta per portare avanti battaglie a favore dell’autotrasporto. Non sempre siamo stati sulla stessa linea e talvolta abbiamo avuto anche posizioni contrastanti, ma le tesi sostenute dalla Fita avevano un fondamento. Oggi non mi pare. Addirittura oltre che essere fuori dalla realtà contengono anche posizioni che danneggiano le imprese. Partendo dal contratto di lavoro vorrei ricordare alla signora che quattro anni fa, in sede di trattativa per il rinnovo del contratto, quando Conftrasporto, Confartigianato e Casa posero la pregiudiziale proprio sul lavoro in affitto e su chi delocalizzava, fu proprio un dirigente della sua organizzazione a rompere il fronte e a firmare quel contratto, lasciando isolate Conftrasporto, Confartigianato e Casa. Ora si è redenta, e questo è bene ma pretendere di essere l’unica portabandiera del fronte e operare dividendo il fronte del trasporto è negativo perché appartiene a una cultura anti unitaria. Venendo alla richiesta di deroga. Perché non tener conto della realtà che dimostra (lo ha recentemente affermato anche una parlamentare europea componente della Commissione trasporti) come la deroga non sia mai stata concessa; che comunque preveda procedure dai tempi lunghi e che si applicherebbe, se data, comunque a tutti, anche ai trasportatori italiani che operano nei trasporti internazionali e che effettuano operazioni di cabotaggio in Paesi europei. È  inoltre a conoscenza la signora che siamo in un mercato europeo che si muove secondo logiche e principi molto diversi e quindi la sua battaglia è come quella di chi vuole fermare l’acqua di un torrente con le mani? E, ancora: ma la richiesta di inversione dell’onere della prova, in vigore in altri Paesi comunitari ed efficace per combattere il cabotaggio abusivo, non è forse parte di quel protocollo di intesa che la signora ha firmato il 28 di novembre con le altre federazioni? Ha perso la memoria oppure la voglia di distinguersi è per lei troppo forte. Perché allora ha taciuto? Da ultimo: quand’anche la sua posizione avesse ragione, e non l’ha, non ritiene che su un tema così delicato per avere una minima possibilità di successo e per essere più forte dovrebbe essere approfondita e discussa con tutte le altre realtà del mondo del trasporto? Isolandosi così non otterrà altro che indebolire le nostre imprese (non sono le altre federazioni che la vogliono isolare è lei che isola la sua federazione) e non avrà alcun risultato. Mi correggo un risultato lo otterrà:  far vedere a chi non ha il tempo di approfondire che lei si batte per l’interesse della categoria; sono gli altri che non fanno nulla. Ma questo è utile solo a lei e non a chi opera in una situazione difficile”.

Doriano Bendotti