Merci italiane isolate dal resto d’Europa: chi non interverrà sarà responsabile delle conseguenze

Da una parte un problema più e più volte denunciato nel tempo , quello dell’Arco alpino che, sommerso di divieti al valico del Brennero, continua a trasformare in un percorso a ostacoli il viaggio delle merci made in Italy verso i mercato europei; dall’altro le proteste degli agricoltori scesi in strada in tutto il vecchio continente contro le follie green. Una situazione che potrebbe esplodere da un momento all’altro con la tensione che potrebbe espandersi ad altri settori. A lanciare l’ennesimo allarme è Paolo Uggé, presidente della Fai, la Federazione degli autotrasportatori italiani, che in occasione del convegno organizzato a Bruxelles dal titolo “L’Europa e le Alpi, come mantenere una regione cruciale al centro delle politiche dell’Ue al Parlamento europeo a Bruxelles”, con ospite il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha chiesto un intervento urgente della Commissione Ue. “L’attraversamento dell’arco alpino è fondamentale per l’economia italiana ed europea, il totale dell’import/export del nostro Paese ammonta a 1286 miliardi di euro e a 466 milioni di tonnellate di merce, l’85 per cento delle quali va verso i Paesi dell’Unione europea via strada” ha spiegato Paolo Uggé sottolineando come “il 42 per cento degli scambi italiani con il mercato europeo veda il 47 per cento uscire dal nordovest e il 52 per cento dal Nordest, con il solo Brennero, ha affermato, “che vale 130 miliardi di euro di valore in merce. Se pensiamo che l’economia europea è basata sulla consegna in tempo reale, capiamo bene che quando le merci non arrivano in tempo sui mercati, è tutta l’economia europea a rimetterci”. Un’economia che viaggia a intermittenza per una serie di ostacoli lungo i suoi possibili percorsi: “dal Frejus chiuso, al Monte Bianco per il quale si prevede una chiusura semestrale per manutenzione per i prossimi 18 anni, al Gran San Bernardo, che ha limitazioni notturne, al Gottardo, chiuso fino a settembre 2024, fino al Brennero che, ha tuonato il presidente nazionale dell’associazione di categoria, “continua a introdurre limitazioni. Penalizzando drammaticamente l’Italia che se avesse la medesima accessibilità della Germania, aumenterebbe il Pil del 17 per cento”. Un intervento che ha mostrato in modo chiarissimo lo stato d’isolamento” dell’Italia che continua a perdurare nonostante molti divieti violino il principio fondamentale della libera circolazione di merci e persone. Un principio che “in un’economia europea che deve crescere e competere con le altre economie del mondo dev’essere garantito “ ha concluso Paolo Uggé assicurando l’appoggio “ a ogni azione del Governo e del ministro dei Trasporti che vada in questa direzione”.

8 risposte a “Merci italiane isolate dal resto d’Europa: chi non interverrà sarà responsabile delle conseguenze

  1. …forse se negli ultimi vent’anni avessimo avuto rappresentanti politici e di categoria capaci e credibili non saremmo arrivati a questo punto, punto oramai di non ritorno dove ognuno fa quello che vuole tanto sa che da questa parte non succede nulla di serio ed infatti il settore è totalmente allo sbando…

  2. Non fate a tempo a scrivere un articolo che chiama il causa il presidente della Fai, Paolo Uggè, che un signore immediatamente interviene a commentare, criticando, pontificando, spesso sparando idiozie tipo quelle sulle fantomatiche aperture associative nei Paesi dell’Est di cui non ha fornito alcuna prova – non potendolo fare perché non esiste. E a quest’ultimo proposito: perché non smettete di postare i suoi commenti finché non avrà dato prova di quanto afferma. Se non lo farà, come non ha fatto fin ora, sarà la prova che è un emerito cialtrone che inventa notizie. E che, dunque, non merita di avere voce….

  3. I proclami (di pochi mesi fa “L’autotrasporto pronto a marciare sul Brennero”!!!!!) e le “minacce” si sono sprecati negli ultimi anni . Con quale risultato? Nessuno: l’Italia resta isolata e qualche altro Paese europeo ci prende per i fondelli con la benedizione dell’Ue che passa sopra a ogni diritto di spostarsi, passeggeri e merci, liberamente nell’Europa unita. Ora: o le associazioni di categoria e i politici passano ai fatti, oppure ai miei occhi sono semplicemente deligittimate. gente che non sa fare quello per cui viene pagata e che, dunque , farebbe meglio a farsi da parte e lasciare il posto ad altri…..

  4. Perfettamente d’accordo: uno che lancia accuse (perché di questo si tratta) a un’associazione (in questo caso la Fai) affermando che avrebbe aperto sedi all’estero, per la precisione in Romania, e poi non ne offre le prove, nonostante i ripetuti solleciti, non è una persona credibile. E’ uno che sparge solo fake news e per questo va “silenziato”

    • Basta andare sul motore di ricerca ed informarsi, invece di fare gli avvocati difensori a tutti costi, facendo ulteriori pessime figure. Digiti Conftrasporto Romania e le appare la pagina ufficiale di Conftrasporto che da maggio 2013 ha aperto una filiale per agevolare le imprese nelle pratiche. Prego questo blog di pubblicare questa risposta, almeno prima di scrivere qualcuno impara ad informarsi. E a valutare in maniera seria ed obiettiva.

  5. Caro Enzo dici bene: l’autotrasporto pronto a marciare sul Brennero” e’ una dichiarazione che quasi certamente ho rilasciato di fronte a dichiarazioni, lettere, promesse di interventi che sono stati fatti nel tempo. Ora un passo avanti è stato compiuto e lo ha fatto, bisogna riconoscerlo, l’attuale Governo con il ministro Salvini. Il ministro è riuscito a trovare una posizione comune con il suo omologo tedesco e il “tema Brennero” è stato oggetto di un discussione al consiglio dei ministri europei dei trasporti dove è stata formalizzata la proposta di deferire il governo austriaco alla Corte di Giustizia. I tempi tuttavia e le prossime elezioni europee (alle quali occorrerà partecipare perchè se le forze politiche che hanno sostenuto la nostra battaglia non troveranno i consensi difficilmente faremo passi in avanti) lasciano intravvedere tempi intorno a tre mesi. Questa la situazione reale oggi. Se però concretamente chi ogni giorno soffre sulla propria pelle i disagi creati dal governo austriaco si organizza in modo adeguato (gli agricoltori mi pare siano un esempio) la Fai, ritengo proprio non li lascerà certo soli, ma se ci si limita solo alle parole allora non rimane che la strada della denuncia alla Corte di Giustizia che il ministro Salvini, a nome del Governo, ha annunciato.

    • Ed è la stessa che ha dichiarato su Tutto trasporti…nel 2008. Certo che da allora di cambiamenti e miglioramenti ne abbiamo avuti, grazie, sono veramente evidenti a tutti…

  6. Sono sicuro che certi “leccaculo travestiti da ribelli” (così li chiamava Giorgio Gaber) saranno i primi a mettere i mezzi di traverso al confine con l’Austria. A fare devono essere sempre gli altri. A loro spetta solo il compito di criticare….

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