L’uomo è ciò che mangia”: l’ha detto Ludwig Feuerbach, filosofo tedesco, l’hanno ripetuto nel tempo moltissimi medici, lo sottolinea oggi Marta Gamba, giovane biologa nutrizionista, a tutti i pazienti che è chiamata a visitare. Compresi i conducenti di camion che riceve ogni martedì sera negli ambulatori della Fai, federazione autotrasportatori italiani. Un’associazione sempre in prima linea nel progettare e realizzare nuovi servizi per gli iscritti, che ha deciso di far partire una nuova iniziativa legata alla salute e alla prevenzione (dopo quella varata due anni fa con un primario urologo per prevenire patologie sempre più diffuse fra i maschi sopra i 50 anni, ma spesso, come nel caso di malattie alla prostata, anche “over 40”) guidando i propri associati sulla strada di una corretta alimentazione. Praticamente un “viaggio a tavola” con destinazione la prevenzione, la tutela della propria salute, per scoprire se i “pazienti autotrasportatori” (che hanno raccolto l’invito dell’associazione a fare un pit stop della salute negli ambulatori di via Portico 15 a Orio al Serio) seguono abitudini corrette a colazione, pranzo e cena o se invece hanno proprio “sbagliato strada”. Con il rischio, come spiega Marta Gamba, “di avere in futuro possibili incidenti sanitari, considerato che ore e ore trascorse seduti nella cabina di guida, abbinate spessissimo alla totale assenza di attività fisica, per mancanza di tempo a disposizione, e con il “contorno” di un’alimentazione non corretta possono portare a una sindrome metabolica, con la possibile presenza contemporanea di più problemi sanitari: ipertensione, glicemia alta, obesità addominale. Tutti fattori che predispongono a un elevato rischio cardiovascolare e di diabete di tipo 2”. Rischi che aumentano esponenzialmente se, oltre alla mancanza di attività fisica e di una dieta regolata si aggiungono orari di lavoro che impongono la sveglia nel cuore della notte creando non pochi problemi ai bioritmi del corpo. “Situazioni che spesso”, sottolinea Marta Gamba, “portano a dormire male, con apnee notturne, e questo è un rischio particolarmente elevato nel caso di conducenti visto che un colpo di sonno in ufficio può non essere un problema, ma al volante può avere conseguenze catastrofiche”. Fare prevenzione è quindi fondamentale. Come? Seguendo varie vie. “Occorre contrastare una conoscenza ancora troppo scarsa degli alimenti e invitando i conducenti a consumare pasti nei locali che offrono buffet a base di verdure. Imparare a mangiarle, invece che svuotare il cestino del pane in attesa del primo o del secondo ordinato, è già un buon primo passo per dare al motore del nostro corpo il miglior carburante da bruciare. Importante è poi imparare a fare pasti non sbilanciati, magari con una componente troppo alta di carboidrati, preferendo a tanta pastasciutta una porzione minore ma arricchita da un’ottima dose di ragù di carne”. Consigli che la biologa nutrizionista ha fornito fin dal suo primo paziente autista: Ivo, 40 anni e quasi 100 chili di peso, che non ha esitato un istante a cogliere l’occasione di avere una doppia visita specialistica, con la seconda di controllo, al prezzo convenzionato di 50 euro, consapevole di “dover fare qualcosa finché si è giovani per non doverne poi pagare le conseguenze più avanti con gli anni”. Un camionista consapevole, come fortunatamente molti altri appartenenti alle nuove generazioni. Per prenotare una visita o avere ulteriori informazioni basta contattare Martina allo 035 2056718.