Confimi: “Il caso Brennero ora rischia di fermare non solo le forniture ma intere produzioni”

“Questi ostacoli alla circolazione delle merci, non solo infrastrutturali legati a un unica via di accesso al nord Europa, ma anche organizzativi e strumentali, se pensiamo al surplus di controlli sui veicoli “sostenibili” alla frontiera austriaca, si traducono tutti in ulteriori costi per le aziende”: così parò Paolo Agnelli, imprenditore bergamasco alla guida di Confimi industria, invitato da Giuseppe Cristinelli, presidente della federazione autotrasportatori italiani di Bergamo, a unirsi al coro di proteste contro i divieti di transito imposti illegittimamente dall’Austria al Brennero che continuano a fare una vera e propria concorrenza sleale al nostro Paese senza che l’unione europea muova un dito. Un invito a denunciare una situazione semplicemente ingiustificabile, visto che è proprio l’Unione europea a garantire la libera circolazione di merci e persone nel vecchio continente, che Paolo Agnelli ha raccolto (insieme con Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo e con Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo) sottolineando come “il mercato si sia andato trasformando dopo la pandemia, con tutto pensato just in time” e come sia impossibile in un simile con testo “supportare la seconda manifattura d’Europa senza leve logistiche. Occorre che sia ripensato il trasporto merci e che tutto avvenga con urgenza”, ha affermato Paolo Agnelli, “La manifattura e la meccanica in particolare sono sotto scacco. Essendo per lo più “terzisti” ed essendo diretti fornitori, talvolta perfino in esclusiva, della Germania si rischia di fermare non solo le forniture ma intere produzioni”.