Un rimborso pari al 15 per cento delle spese sostenute nel 2022 per l’acquisto di AdBlue, al netto dell’Iva, con un massimo di 500mila euro per impresa: è questo l “aiuto di Stato” previsto per i titolari di imprese di autotrasporto in conto terzi iscritte al Ren e all’Albo nazionale dell’autotrasporto che usano veicoli industriali Euro V ed Euro VI. Un contributo istituito ormai sei mesi fa, per un importo complessivo di 29,6 milioni di euro, che per ora è rimasto però solo sulla carta e che rischia di restarci ancora per un po’, nonostante l’annuncio che i responsabili dei ministeri delle infrastrutture e della Mobilità sostenibili e della Transizione ecologica hanno firmato il Decreto interministeriale che stabilisce i criteri per erogarlo. Già, perché la “macchina burocratica” prevede che ora venga sottoscritto un altro “documento”: il Decreto direttoriale che definirà i termini e le modalità di presentazione delle domande. Il che significa, anche in questo caso come in quello del credito d’imposta sul gasolio, dover aspettare che l’Agenzia delle Dogane metta a disposizione online la piattaforma telematica per presentare le domande, che dovranno essere accompagnate dai dati sulla società, sui veicoli e sulle fatture di acquisto. Cosa significa questo? Che essendo stato previsto di utilizzare, anche per i rimborsi degli additivi, lo stesso modello utilizzato per usufruire del credito d’imposta da usare, nel modello F24, per il gasolio, ed essendo “occupata” proprio dalle pratiche per il diesel la piattaforma fino al 12 ottobre, la corsa al recupero per l’AdBlu non potrà partire prima di metà ottobre, con il sistema del click-day e dunque con il beneficio per le prime imprese che presenteranno la domanda, sino all’esaurimento dei fondi. Tempi che sulla carta non appaiono lunghi ma che visti nella realtà di tutti i giorni, con lo sguardo di imprenditori che da mesi sono chiamati a sostenere costi di gestione semplicemente insostenibili, possono invece apparire sotto una luce diversa: quella di una macchina burocratica sempre più odiata e odiosa e che da milioni di lavoratori viene vista ormai come il principale nemico da combattere.