N’drangheta infiltrata nei trasporti? Controllo giudiziario per la filiale italiana di Db Schenker

Trenta chili di droga scoperti due anni fa al porto di Dover, in Inghilterra, all’interno di un camion che trasportava merce per conto di DB Schenker, colosso tedesco della logistica e dei trasporti: inizia qui la storia (giudiziaria) che nei giorni scorsi ha portato i magistrati della Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano a disporre il controllo giudiziario per la filiale italiana di DB Schenker, oltre che per un’altra azienda, la Aldieri spa. Due società  non indagate ma che, secondo l’inchiesta, si sarebbero rese responsabili, attraverso “esponenti muniti di potere decisionale” di “una condotta quanto meno gravemente negligente, per omesso controllo” mantenendo stabili rapporti d’affari con un presunto esponente della n’drangheta nonostante questo fosse stato condannato irrevocabilmente per associazione mafiosa e estorsione aggravata e fosse sottoposto a misure di prevenzioni personali patrimoniali. Presunto esponente della malavita calabrese la cui moglie guida la  società di trasporti  proprietaria  del camion “imbottito “ di cocaina scoperto a Dover e che  negli ultimi cinque anni avrebbe incassato subappalti dalla filiale italiana della multinazionale della logistica per un valore di circa due milioni di euro. A chiedere di far scattare il provvedimento, applicando una norma del codice antimafia, sono stati i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia Silvia Bonardi e Paolo Storari al termine di una serie di controlli effettuati dagli uomini della Guardia di Finanza e dai carabinieri.  L’amministrazione giudiziaria , è stato  precisato, “non è una misura repressiva, ma serve per “bonificare” le società da eventuali infiltrazioni della criminalità”. 

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