UberPop, altro stop dall’Europa: gli Stati possono vietarla senza passare dalla Commissione

Gli Stati membri dell’Unione europea “possono vietare e reprimere l’esercizio illegale di un’attività di trasporto come quella esercitata tramite UberPop senza dover previamente notificare alla Commissione il progetto di legge che stabilisce il divieto e le sanzioni penali per tale esercizio”. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue nella sentenza pubblicata martedì 10 aprile dopo la richiesta di intervento da parte del Tribunal de grande instance di Lille, in Francia, nell’ambito di una causa intentata da Uber France.

Come spiega la Corte in un comunicato, “la società francese Uber France fornisce, mediante un’applicazione per smartphone, un servizio denominato UberPop, con il quale essa mette in contatto conducenti non professionisti che utilizzano il proprio veicolo con persone che desiderano effettuare spostamenti in area urbana”. Nell’ambito del servizio fornito con questa app, la società “fissa le tariffe, riceve dal cliente il prezzo di ciascuna corsa (per poi rimetterne una parte al conducente non professionista del veicolo) ed emette le fatture”, spiega la Corte. “Uber France è sottoposta a procedimento penale per aver organizzato, tramite il servizio UberPop, un sistema di messa in contatto di clienti con conducenti non professionisti che trasportano persone a titolo oneroso con veicoli aventi meno di dieci posti. Uber France sostiene che la legislazione francese sulla cui base essa viene perseguita in sede penale costituisce una regola tecnica riguardante un servizio della società dell’informazione ai sensi della direttiva relativa alle norme e alle regolamentazioni tecniche. Tale direttiva impone agli Stati membri di notificare alla Commissione qualsiasi progetto di legge o di regolamentazione che detti regole tecniche relative ai prodotti e servizi della società dell’informazione, a pena di successiva inopponibilità di tale legge o di tale regolamentazione ai singoli”. Nel caso di specie, spiega la Corte, “le autorità francesi non avevano notificato alla Commissione la normativa penale in questione prima della sua promulgazione” e “Uber France ne deduce che essa non può dunque essere sottoposta a procedimento penale per le accuse sopra citate”. Ma per la Corte di giustizia Ue il quadro è diverso e gli Stati membri possono “vietare e reprimere l’esercizio illegale di un’attività di trasporto come quella esercitata tramite UberPop senza dover previamente notificare alla Commissione il progetto di legge che stabilisce il divieto e le sanzioni penali per tale esercizio”.
La Corte ricorda che “essa ha statuito il 20 dicembre scorso, nella causa Uber Spagna che il servizio UberPop proposto in Spagna rientrava nel settore dei trasporti e non costituiva un servizio della società dell’informazione ai sensi della direttiva. Secondo la Corte, il servizio UberPop proposto in Francia è sostanzialmente identico a quello fornito in Spagna, spettando al Tribunal de grande instance de Lille il compito di verificare tale punto”. “Pertanto”, prosegue il comunicato, “poiché il servizio UberPop non ricade sotto la direttiva, la Corte ne conclude che l’obbligo di previa notifica alla Commissione, previsto da tale direttiva, non trova applicazione. Ne consegue che le autorità francesi non erano tenute a notificare previamente alla Commissione il progetto di legge penale in questione”.

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