Moltissime imprese pronte a fuggire dall’Italia se il Governo non farà viaggiare le loro merci

Come far comprendere alla politica l’importanza dell’autotrasporto e della logistica e i progetti da realizzare per renderla davvero competitiva? Per esempio sottoponendo al mondo politico un documento realizzato da chi ogni giorno lavora in quei settori e dunque ne conosce ogni aspetto. Cosa che Conftrasporto ha fatto sia a livello nazionale con un vero e proprio manuale di tutto quello che i politici avrebbero dovuto sapere in materia, sottoscritto da tutte le associazioni e presentato ai leader dei diversi schieramenti, sia a livello regionale, presentato ai candidati per la guida della Lombardia. “Un documento, quest’ultimo, che contiene alcune sollecitazioni sui problemi che l’autotrasporto lombardo deve affrontare ogni giorno, e che si aggiungono a quelle che hanno tutte le imprese sia artigiane che industriali, come ha voluto ribadire, alla vigilia del voto, il presidente di Fai Brescia Sergio Piardi. “Una serie di tematiche, dal sapore politico ma dai molteplici risvolti pratici, per favorire un confronto strutturato su sburocratizzazione, aumento dei pedaggi autostradali, fondi strutturali a tutela delle imprese e lotta alla concorrenza sleale a livello europeo, ha spiegato il numero uno della Fai bresciana in un comunicato stampa nel quale sottolinea “ i temi caldi a livello regionale, tra divieti di circolazione e problematiche negli ufffici della Motorizzazione Civile, passando poi obbligatoriamente attraverso il caso trasporti eccezionali. Una vera e propria “odissea” che dura da oltre un anno,”, denuncia Fai Brescia, “senza la possibilità di avere tempi certi per la consegna delle merci, con gravi ripercussioni economiche derivanti dal mancato rispetto dei contratti sottoscritti dalle aziende di produzione. Ormai siamo alla barzelletta: sicuramente quando ci siederemo al tavolo con il nuovo assessore regionale ai Trasporti, sapremo da quale problema cominciare…”. E al prossimo assessore Fai Brescia lancia subito un invito: quello a fare da coordinatore alle Province affinché accelerino la procedura di inserimento delle cartografie nel sito ufficiale in modo che le imprese possano verificare gli itinerari transitabili e venga fatta la manutenzione ordinaria e straordinaria a ponti e cavalcavia. I divieti servono a poco, occorre trovare le risorse per manutentare una rete viaria obsoleta che risale agli anni ’60 e che adesso sta iniziando a collassare. Una Regione come la Lombardia, tra le prime d’Europa non può pensare di restare indietro a livello infrastrutturale. Il sistema produttivo nazionale e lombardo non può fare a meno di trasporti rapidi ed efficienti: lo stallo attuale si ripercuote pesantemente sulle imprese, che rischiano la paralisi della propria attività anche sulle commesse internazionali. Il trasporto su gomma è una risorsa insostituibile e se ci fermiamo noi, si ferma l’economia del Paese. Ai politici che abbiamo incontrato in queste ultime settimane abbiamo chiesto: vogliamo risolvere questo grave problema? I modi per farlo ci sono”. E se nonostante gli appelli la situazione non dovesse essere sbloccata? “Ppresto alcune aziende manifatturiere potrebbero decidere di delocalizzare direttamente i loro stabilimenti in quelle nazioni dove hanno le maggiori commesse: oltre confine non esiste alcuna problematica di trasporti eccezionali e in tre giorni si ottengono i permessi”.

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