Camionisti, chi vuol essere protagonista in tv dei nuovi Inarrestabili con Marco Berry?

Casting InarrestabiliGli autotrasportatori? Una categoria spessissimo molto diversa da quella impressa nell’immaginario collettivo. Gente lontana anni luce dallo stereotipo della persona con tanti muscoli e poco cervello e sensibilità; da quelli brutti, sporchi e cattivi che sulle strade corrono perché tanto se c’è un incidente a rischiare la pelle sono altri; da quelli, per la stessa ragione, non esitano a innaffiare un lauto pranzo con vino o birra, o che in cabina hanno qualche poster a luci rosse… Parola di Marco Berry che gli autotrasportatori ha avuto modo di conoscerli bene, di guardali in faccia per ore, viaggiando accanto a loro in cabina, di ascoltare le loro storie, di sentire risposte a domande a volte difficili…

Storie e “confessioni” emerse grazie alla trasmissione gli “Inarrestabili” che l’ex Iena ha fatto entrare nelle case di moltissimi italiani attraverso La 7, l’emittente che ha mandato in onda la prima serie di questo nuovo format ideato dallo stesso Marco Berry in collaborazione con Fai Service, la principale società di servizi per l’autotrasporto d’Italia. Una trasmissione che, partita senza troppi favori del pronostico, ha invece fatto accelerare subito gli ascolti al punto da spingere Marco Berry e Fai Service a riproporla, con messa in onda forse già nel prossimo autunno. “La tempistica dovrebbe essere quella, anche se bisogna fare i conti sempre con gli “incidenti” di percorso  che possono sempre capitare”, spiega Marco Berry, perfettamente consapevole che il rischio è dietro l’angolo, visto che questa intervista è stato costretto a rilasciarla da casa dove un’influenza l’ha costretto a letto. Ma, soprattutto, l’ha costretto a far saltare il casting previsto a Misano Adriatico  dove in occasione del Week end del camionista avrebbe dovuto selezionare altri nuovi possibili protagonisti del nuovo viaggio alla scoperta del mondo dei camionisti, dopo quelli già selezionati a Verona in occasione del primo casting organizzato in occasione del Transpotec. “A Verona abbiamo trovato già cinque o sei bellissime storie con personaggi altrettanto interessanti”, conferma Marco Berry, sottolineando come “di certo non è il pericolo di non riuscire a trovare protagonisti con i quali viaggiare lungo tutta l’Italia che preoccupa, viste le numerosissime richieste già arrivate. Semmai a preoccuparmi, ma neppure troppo, potrebbe essere come modificare il format, per renderlo sempre più interessante. Lasciando però intatta l’intelaiatura, con la precedenza alla storia e al personaggio. Qualche idea nuova l’ho già in testa e ne ho già parlato anche con Primo e Alessandro Santini, amministratore delegato e direttore commerciale di Fai Service, i primi a credere che questo viaggio nel mondo dell’autotrasporto attraverso la tv potesse “sdoganare” l’immagine dei camionisti, raccontandoli per quello che realmente sono. Ovvero belle persone, a volte addirittura stupende, con famiglie altrettanto belle alle spalle, lavoratori pronti a farsi un mazzo così per svolgere un lavoro per il quale hanno una passione tremenda. La prima serie degli Inarrestabili una certezza me l’ha lasciata: ovvero che sia difficilissimo, se non impossibile, trovare gente che ama il proprio lavoro come capita agli autotrasportatori. Gente che vive in simbiosi col loro camion, che riesce ad affrontare quotidianamente problemi di fronte ai quali altri si sarebbero fermati cento volte…”.
Si era fatto questa “idea” dei camionisti anche  prima di realizzare la trasmissione?
“Sinceramente prima i camionisti per me erano una realtà sconosciuta. Li incrociavo in autostrada, al volante dei loro bestioni, ma non mi ero mai domandato come potesse essere la loro vita. A farmi venire la curiosità di scoprire che mondo fosse quello dell’autotrasporto è stato proprio Primo Santini che ho conosciuto per la prima volta a Montecatini Terme, dove la Fai ha celebrato il suo cinquantesimo compleanno.  Un bellissimo evento al quale sono stato invitato a partecipare e durante il quale credo sia nata una simpatia reciproca fra me e la Fai… Di certo ho provato piacere quando, qualche tempo dopo, mi hanno ricontattato per chiedermi se potevo dare una mano a far conoscere all’esterno il mondo dell’autotrasporto e i suoi protagonisti. La prima risposta che mi è venuto spontaneo dare è stato: sì, va bene”, ma immediatamente dopo mi sono ritrovato a rivolgere, ai miei interlocutori e a me stesso, una domanda. “Sì, va bene, ma cosa vogliamo fare: diventare il volto di Fai Service in uno spot sarebbe stato inutile. Occorre trovare qualcosa di particolare. E quando mi è stato chiesto “cosa faresti tu”, ho domandato una settimana di tempo per pensarci”. Sette giorni più tardi l’ex Iena l’idea l’aveva trovata, ripercorrendo in retromarcia la sua carriera. “Mi sono venuti in mente due titoli di due mie trasmissioni, Invisibili, storie di barboni raccontate vivendo al loro fianco, giorno e notte, in luoghi spesso terribili e in condizioni spaventose, e Invincibili, storie di persone che dopo incidenti terribili hanno saputo ricostruirsi e ripartire. E ho proposto Inarrestabili…”. Dove qualcuno di Invincibile, fatto a pezzi da un incidente ma che ha saputo ricostruirsi e ripartire, al volante di un bestione della strada, l’ha comunque ritrovato… “Già, Adriano Ragazzo. Personaggio fantastico, come lo sono stati però anche tutti gli altri protagonisti della prima serie della trasmissione”. Con Adriano Ragazzo i medici erano stati chiarissimi: con una frattura alla schiena come quella che aveva subito lui, sarebbe già stata una fortuna tornare a camminare. Ma di sedersi in cabina neanche a parlarne, lui coi Tir aveva chiuso. “Invece è ripartito, eccome se è ripartito. L’ho rivisto a Verona, alla fiera del Transpotec. Mi ha emozionato, come ho provato strane sensazioni incontrando anche gli altri suoi colleghi che mi hanno scorrazzato in giro per tutta Italia. Persone uniche, vere, belle, come i loro familiari che, sempre a Verona, ho avuto il piacere di conoscere. Gente che vive in un mondo dove è la passione a fare da motore, a rimettere in moto ogni giorno mezzi e uomini, ma anche donne. Un mondo parallelo, capace di viaggiare su un percorso tutto suo, anche se costretto a fare i conti con mille ostacoli creati dall'”altro mondo”. Ostacoli che durante le lunghe chiacchierate fatte fra un viaggio e l’altro sono emersi qua e là… “E che nella seconda serie spero potranno trovare ancora maggior spazio, magari con l’aiuto dei tanti responsabili di Fai. A un incontro con i segretari della Federazione ho chiesto di aiutarmi a trovare delle storie, dei personaggi tra i loro associati. Ora, attraverso le pagine di Trasporto Commerciale, chiedo nuovamente il loro aiuto per capire i problemi che i loro associati hanno sul territorio. Inarrestabili è una grande opportunità per raccontare a chi “guida” il Paese tutto questo. Spero non si lascino sfuggire l’occasione.  Ma ci saranno altre novità: per esempio vorrei prevedere più momenti fuori dal camion, per raccontare anche altri aspetti di un viaggio”.
Tante novità e una conferma? La messa in onda sarà sempre su La 7. “Le nuove strade da percorrere, per quanto riguarda il format, sono tante ma sempre tenendo ben fermo un punto di partenza, quello da cui è nato il programma la cui forza sta nella storia che racconta, nella persona che l’ha vissuta e la sta vivendo. Perché Inarrestabili  non sarebbe quello che è se non raccontasse la faccia autentica dei camionisti, il loro mondo fatto di passione. È per questo che ho deciso di salire su un camion e viaggiare con loro, guardando il mondo da un osservatorio davvero speciale come quello di una cabina di guida.  Per quanto riguarda la programmazione, la prima serie grazie a La 7 ha avuto un ottimo successo di ascolti. E forse proprio grazie a questo è nato l’interesse anche di un’altra emittente. Ci sono in corso delle trattative, adesso è presto per capire se e dove ci potranno portare…”.
Un’ultima domanda: c’è un personaggio, una storia, un momento del viaggio che più di tutti l’ha colpita?
“Se provo a riavvolgere il film di queste prime puntate rivedo centinaia di momenti incredibili. Come quello vissuto durante il viaggio in Sardegna, trasportando animali. Il protagonista per caricare due mucche si è addentrato nell’interno della Sardegna in posti impossibili da immaginare se non ci si è strati. Mi sembrava di essere in un film, faticavo a credere che quella fosse la realtà. Ma posso dire che tutti i personaggi mi sono piaciuti un sacco. La bellezza di questo viaggio è stata dare a ognuno la possibilità di raccontare storie caratteristiche, piene di  passione. Inarrestabili mi ha fatto incontrare persone che spingono l’acceleratore con grandissima passione, che hanno un cuore grande così. Al Transpotec di Verona ho conosciuto dei “commerciali” che in passato vendevano auto e poi sono stati spostati al settore truck. Non tornerebbero più indietro per nessuna ragione, nessuno di loro. Perché hanno scoperto il mondo dei trasportatori, e quando ti capita è difficile innestare la retro… È successo anche a me, tant’è che sono al lavoro per realizzare gli Inarrestabili 2….”
A proposito, qualche anticipazione? Qualche curiosità su storie, protagonisti… “Ho mal di gola, questa brutta influenza che mi ha fatto saltare il casting a Misano è davvero bestiale…”.

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