Autorità portuali? Serbatoi di posti per politici che fanno acqua da tutte le parti

“Guardare cosa avviene nei porti di altri Paesi e confrontare la loro gestione con la realtà italiana avvilisce, fa cadere in depressione”. Parola di Raffaele Aiello, amministratore delegato di Snav Spa, società che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, che intervenendo al convegno Trasportare la ripresa, organizzato da Confcommercio a Roma, ha chiesto a gran voce al Governo di far accelerare al massimo la  riforma delle autorità portuali, cancellando un disastro tutto italiano che dura da decenni. 

“Occorre una riforma radicale, che elimini la gran parte delle 24 Autorità portuali attuali, tantissime troppe, veri e propri serbatoi di posti per politici”, ha affermato Raffaele Aiello, ex comandante di navi e, proprio per questo, conoscitore diretto della situazione di molti porti italiani e stranieri. “Su 24 Autorità portuali, nove sono commissariate e Napoli è addirittura al quinto commissario”, ha aggiunto  l’amministratore delegato di Snav Spa, “e questo la dice lunga sulla capacità di interpretare quanto accade dentro e attorno ai porti del nostro Paese. Occorre dire basta, cancellare tutto e costituire una cabina di regia che parli di trasporti, di porti in un Paese che è in realtà una gigantesca banchina “costruita” da madre natura nel Mediterraneo. Per fare questo occorre inanzitutto scegliere dei tecnici che gestiscano porti rimasti fermi, a livello di strutture, agli Anni 50, dove nessuno ha fatto interventi infrastrutturali da decenni, dove non si fanno dragaggi da 20 anni, dove la lunghezza delle banchine è rimasta quella di 30 anni fa, mentre gli armatori investivano in navi di grandi dimensioni che non possono entrare nei porti perché hanno delle limitazioni. Purtroppo la cruda realtà è che in tutti questi anni chi ha gestito il traffico merci e passeggeri via mare non ha capito niente delle reali esigenze del Paese”.

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