Auto, sempre in rosso il mercato europeo: Volkswagen resta leader

Aprile è un altro mese negativo per il mercato dell’auto. Secondo i dati diffusi dall’Acea, nei 27 Paesi Ue più quelli dell’Efta, le immatricolazioni hanno infatti subito un calo del 3,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2010. La flessione delle vendite è determinata dal calo di tutti i principali mercati europei. In controtendenza la Germania, che fa segnare un +2,6 per cento (266.251 immatricolazioni). Critica la situazione di Francia (169.757 immatricolazioni, -11,1 per cento) e Spagna (71.808 unità, -23,3 per cento). Più contenuto il calo di Gran Bretagna (137.746 immatricolazioni, -7,4 per cento) e Italia (157.309 unità, -2,2 per cento).
Tra i Paesi Ue il calo più accentuato ad aprile l’ha segnato la Romania (-43,7 per cento), mentre a guadagnare di più è stata la Lituania (+100 per cento). Tra i marchi esteri, Volkswagen si conferma anche ad aprile il primo in Europa (+5,1 per cento a 150.206 unità), seguito da Ford (-3 per cento a 85.948) e Renault che, nonostante il calo nelle immatricolazioni (-15,6 per cento a 85.053), riesce comunque a scavalcare Opel (+1,2 per cento a 81.332) che scende in quarta posizione rispetto a marzo. Quinta si conferma Peugeot (-18,8 per cento a 73.929), sesta è Fiat e settima è Citroen (-16,8 per cento a 59.020), a pari merito con Audi (+3,6 per cento a 58.819) che si pone al primo posto tra i marchi tedeschi di lusso. Seguono in ottava e nona postazione Bmw (+3 per cento a 53.601) e Mercedes (-1,2 per cento a 48.787). Decima è Toyota (-3,5 per cento a 44.159). Tra le asiatiche, ottime prestazioni anche per Nissan (+14,3 per cento a 37.115) e Hyundai (+28,1 per cento a 35.333).
Analizzando i primi quattro mesi dell’anno, il mercato europeo è sceso del 2,4 per cento. Nel quadrimestre, al progresso nelle vendite di Germania (+10,7 per cento a 1.029.654 unità) e Francia (+4 per cento a 817.211 unità), si è contrapposta la flessione di Italia (-19 per cento a 671.788), Gran Bretagna (-8,5 per cento a 696.082) e Spagna (-26,3 per cento a 279.960).

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