Bomba Inps e pensioni: l’autotrasporto aveva lanciato da mesi l’allarme

Il professor Francesco Forte, presidente dell’associazione Politeia e presidente onorario dell’International Institute of Public Finance, in un articolo sul Giornale ha evidenziato come in Italia si stia discutendo”della ricca poltrona del presidente dell’Inps, ma non della bomba sotto questa poltrona”. Ovvero la situazione economica dell’istituto che assicura le pensioni a 16 milioni di cittadini e che, ha sottolineato il docente, “nella gestione finanziaria del 2013 ha 404 miliardi di uscite e 394 miliardi di entrate con un deficit di 10 miliardi”. Un’autentica bomba a orologeria pronta a esplodere, come nei mesi scorsi aveva denunciato il mondo dell’autotrasporto, segnalando in particolare a governo e parti sociali (rimaste inspiegabilmente mute)  il pericolo rappresentato dal sempre più vasto utilizzo di personale in affitto, che consente  alle imprese di versare i contributi in Paesi dove risiede l’impresa che “affitta”. E svuotando ulteriormente le casse dell’Inps. Conftrasporto ha più volte sollecitato rappresentanti dei lavoratori e dei ministri interessati, senza avere neppure un cenno di attenzione. In linguaggio burocratese il ministero del Lavoro  si è limitato a evidenziare come il distacco sia consentito dalle normative comunitarie. Nessuno si è sforzato di riflettere sulla diffusione del fenomeno e sulla mancanza di controlli o, peggio ancora, sulla conseguente riduzione delle entrate per l’Inps. Nessuno ha spiegato ai  lavoratori la colossale fregatura che si verificherà quando la pensione, rapportata al versato (i versamenti non sono rapportati sulla paga in mano ma in misura forfettaria) non sarà adeguata alle retribuzioni. Non è ora che i signori del governo e del sindacato provino a interessarsi di questa bomba, magari per capire (se ne sono in grado) come disinnescarla? E, già che ci sono, perché non si documentano sui dati delle imprese di trasporto che, ogni tre mesi, possono compensare le maggiorazioni di accisa sul gasolio da autotrazione, circa 21 centesimi al litro? Il numero delle imprese iscritte all’Albo è pari a 108mila, ma compensano solo poco più di 40mila. Perché? Le ragioni sono due: o non conoscono (molto difficile) la norma sulla compensazione, che  avviene su Iva, contributi previdenziali e imposta, o non hanno versamenti da poter compensare. Un fatto è certo: non corrispondere obblighi contributivi significa incrementare lo sbilancio sui conti pensionistici che, come ha denunciato il professor Forte, è già purtroppo fortissimo…

Paolo Uggé

4 risposte a “Bomba Inps e pensioni: l’autotrasporto aveva lanciato da mesi l’allarme

  1. Il silenzio dei sindacati può essere spiegato, per esempio, in due modi. Il primo: non hanno capito di quale casino si tratti. Il secondo: sono “complici” di un sistema che preferisce nascondere alla gente le verità più scomode. in entrambi i casi non ci fanno una gran bella figura….

  2. Qualcuno lo ha denunciato, questo sistema… ma non è stato molto ascoltato, anzi… tra poco il settore autotrasporti avrà un cortocircuito, vuoi per l’apertura alla Croazia, vuoi per l’eliminazione totale del cabotaggio, vuoi perché ognuno fa quello che vuole senza vincoli, rispetto o semplice logica. Se addirittura le associazioni di categoria aprono in Romania, cosa c’è da aspettarsi ancora?!

  3. Alessandro dovresti documentarti prima di fare affermazioni forti. Quella federazione non ha aperto sedi all’estero bensì un ufficio assistenza per i problemi che le imprese associate trovano nel loro operare in quei Paesi. So benissimo che quella notizia è stata diffusa in modo distorto da un “gazzettiere sempre pronto” a spargere veleno in modo unidirezionale ma la realtà è quella che dico io. Ti ricordo che la battaglia sui contratti in affitto ha il nome di una associazione che si chiama Conftrasporto. Altri hanno sempre seguito ma non hanno mai assunto posizioni decise in merito. Se vuoi essere corretto questo lo devi riconoscere. Ti ricordo che tra le confederazioni ve ne è una di primaria importanza che da tempo ha aperto sedi e che addirittura organizza dei seminari per spiegare come si può utilizzare la norma del distacco. Mi pare che tu guardi solo la pagliuzza nell’occhio di una piccola organizzazione e non la trave del problema. Scuserai la franchezza ma chi lavora per tutelare la categoria a volte si rompe nel vedere come non si approfondiscano le questioni e si faccia di tutta l’erba un fascio.

  4. “senza avere un cenno di attenzione” questo è il punto. Cosa facciamo? Aspettiamo il prossimo Mastrapasqua o è arrivato il momento di “rompere”? Ieri 60000 persone hanno manifestato. 108000 verso 40000 è un altro dato sconcertante che si presta anche ad altre letture: 68000 aziende sono senza mezzi e quindi senza titolo per essere iscritte all’albo? Se agenzia dogane,entrate,finanza e Inps non fanno i controlli l’albo che fa?

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