La mobilità sta davvero iniziando le grandi manovre verso la svolta decisiva , verso il vero grande traguardo finale e risolutivo nella lotta all’inquinamento, ovvero l’alimentazione a idrogeno? Due notizie sembrerebbero confermarlo: la prima arriva dalla Cina dove a inizio dicembre è “partita” la produzione di veicoli industriali elettrici alimentati con energia prodotta da celle a combustibile funzionanti a idrogeno con la prima linea produttiva avviata in un impianto a Foshan, città dove si costruiscono anche le celle a combustibile e che da ormai quattro anni è diventata una delle “capitali mondiali della mobilità alimentata a idrogeno”. Una città dove si producono diversi tipi di veicoli alimentati a idrogeno (come per esempio carrelli elevatori, trattori agricoli e autovetture) e dove la nuova fabbrica per realizzare anche i camion “mossi” grazie al primo elemento chimico della tavola periodica ( oltre che primo e univo vero protagonista della possibile rivoluzione in materia di mobilità e sostenibilità?) è stata costruita dalla società cinese Just Power in appena sei mesi. Un primato, quest’ultimo, che non fa solo suona come un terribile schiaffo alla macchina burocratica italiana, dove in 180 giorni si riesce al massimo a organizzare un “tavolo di lavoro” con qualche commissione ministeriale o con qualche altra rappresentanza istituzionale, ma soprattutto dimostra come la Cina possa, “viaggiando alla stessa velocità burocratica e realizzativa stabilita per costruire la fabbrica anche nelle catene di montaggio dei nuovi “camion superpuliti” prepararsi a invadere i mercati. La seconda notizia che lascia presupporre come la svolta decisiva verso l’idrogeno sia davvero all’orizzonte arriva invece da un Paese distante migliaia di chilometri dalla Cina che, guarda caso, è anche il maggior produttore mondiale d’idrogeno, con trecento imprese che ne producono oltre 33 milioni di tonnellate l’anno: la Norvegia dove la società energetica Gen2 Energy e il progettista navale Sirius Design & Integration hanno fatto salpare un progetto per sviluppare una nave per container carichi d’idrogeno compresso. Una portacontainer lunga circa 190 metri e con una capacità di carico di 500 unità da 40 piedi, non solo alimentata a idrogeno ma soprattutto in grado di trasportarne grandi quantità rendendo più rapida ed efficiente la filiera logistica grazie alla possibilità di caricare direttamente l’idrogeno dai luoghi di produzione fino alle aree di distribuzione.