Chiunque potrà trasportare merci? Così il Governo rischia di provocare il caos

Dopo il caso Uber, la compagnia che consente di prenotare una macchina con conducente grazie a un’app, ecco il tentativo di estendere lo stesso sistema anche a chi consegna merci. L’ipotesi, più volte ipotizzata in passato da Conftrasporto, rischia di divenire realtà, come confermano le notizie apparse sulla stampa e incredibilmente passate sotto il silenzio di chi dovrebbe porsi il problema di tutelare i lavoratori del trasporto e gli utenti. Come ovvio c’è chi mette in evidenza i  rischi e chi è pronto a farsi paladino delle opportunità. Tutti dovrebbero però porsi la stessa domanda: quali saranno le conseguenze? Se l’evoluzione rimarrà a livello tecnologico e rispetterà le norme vigenti, che individuano chiaramente i soggetti che possono effettuare prestazioni dei servizi di trasporto e richiedere il relativo pagamento, non potrà che portare positività. Ben diverso (e illegale, almeno con le leggi attuali) sarebbe il caso in cui, anche per le merci così come per le persone, qualcuno pensasse di non svolgere solo l’attività d’intermediario telematico, servizio per il quale ha il diritto di essere remunerato, ma richiedesse il corrispettivo per l’attività di trasporto. Esercitata in questo caso abusivamente. Le norme italiane parlano chiaro e altrettanto vale per le disposizioni comunitarie, secondo le quali chi effettua attività di trasporto deve possedere i requisiti di professionalità, di garanzia e, non ultimo, di onorabilità. Il Governo non può chiamarsi fuori: faccia rispettare le leggi o le modifichi. Se non interverrà la responsabilità sarà tutta sua. A parte le garanzie che debbono essere fornite a chi usufruisce i servizi, i nostri  politici hanno pensato a quale potrà essere l’impatto in termini di traffico se ognuno potrà trasportare merci? E la tracciabilità, di cui loro stessi hanno parlato tanto come di un elemento indispensabile, come si pensa di garantirla?

Paolo Uggé

4 risposte a “Chiunque potrà trasportare merci? Così il Governo rischia di provocare il caos

  1. I politici in Italia fanno spesso i delinquenti, c’è da stupirsi se un impiegato potrà fare il tassista o se un ristoratore potrà trasportarsi da solo carne e pesce, formaggi e salumi?

  2. Renzi ci ha portato le conseguenze della liberalizzazione selvaggia; mercato dove il più forte vince; regole eliminate; sicurezza a rischio. Poi approvano l’omicidio stradale che è un’altra presa in giro (leggere l’ex magistrato Bruno Tinti sul Fatto Quotidiano di martedì) le norme di fatto sono rimaste come prima e per di più esiste una gran confusione tra le modifiche approvate al Senato sull’omicidio stradale e quella alla Camera sul codice della strada. Meno male che è segretario di un partito di sinistra…

  3. “Negli USA, dopo anni di vertenze e cause giudiziarie, la Ninth Circuit (una corte d’appello federale) ha stabilito che gli autisti non sono veri lavoratori autonomi, bensì sono assimilabili a dipendenti, perché l’azienda ne ha il pieno controllo. Quindi, FedEx ha proposto un accordo economico ed è disposta a versare un risarcimento complessivo di 228 milioni di dollari, che deve essere comunque essere approvato dal Ninth Circuit. Questo è uno dei più grandi risarcimenti nel settore del lavoro degli Stati Uniti e rappresenta un precedente per le altre imprese di trasporto che adottano lo stesso meccanismo e che negli Stati Uniti non sono poche. Ma la vertenza può estendersi anche agli altri padroncini della FedEx degli Stati Uniti, con un impatto notevole sul bilancio dell’azienda.” Analoga situazione per i tassisti di Uber. Prima o poi succederà anche in Europa. Per questo le multinazionali mettono le mani avanti con questi sistemi di sharing. E’ nostro dovere mobilitarci.

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