La Francia contro i motori diesel. Valls: “A lungo privilegiati, è stato un errore”

La Francia ha dichiarato guerra… ai motori diesel. Ebbene sì, l’automobilista francese, al pari, anzi più di quello italiano ama il gasolio. Il motivo? Semplice, la forbice del prezzo tra un litro di benzina e uno di gasolio si è ridotta rispetto a qualche anno fa, ma è sempre a vantaggio dei diesel. I transalpini pagano inoltre meno tasse su questi mezzi. I veicoli diesel inoltre consumano meno e, a regola, percorrono più chilometri. È vero, chi ha un diesel deve convivere con manutenzioni più pesanti, filtri antiparticolato e limitazioni, ma questo non ha incrinato la passione per il muoversi a gasolio.
In Francia il 62 per cento delle auto vendute nella prima metà del 2014 sono diesel, in Italia il 55 per cento. “I motori diesel sono stati a lungo privilegiati e questo è stato un errore. Bisogna progressivamente ritornare sulla decisione con intelligenza e pragmatismo”, ha detto il primo ministro francese Manuel Valls.
Valls viene spinto da una motivazione ambientalista, vuole infatti punire non tanto i nuovi diesel Euro 6 che hanno emissioni parificati ai benzina, ma i vecchi modelli e identificarli in base alle loro emissioni di inquinanti. A Parigi, infatti, l’aria è diventata irrespirabile. Le Pm2,5, polveri sottili, sono fuori controllo e vengono prodotte in larga misura da stufe a legna e motori diesel. Nel 2013 sarebbero state responsabili di 42mila decessi. L’Europa è l’unico Continente in cui i diesel dominano il mercato delle automobili. In Asia, così come in America, e pure in Russia si usa soltanto la benzina. Secondo il quotidiano francese Le Figaro, “è sul parco circolante che bisogna concentrarsi, ma lo Stato non ha i mezzi finanziari per incentivare il ritiro dalla circolazione dei diesel più vecchi”.

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