Palenzona: “Più controlli sui costi minimi nel trasporto significano più sicurezza”

“La tariffa obbligatoria ha avuto una sua funzione ben precisa per il mondo dell’autotrasporto, ma oggi sarebbe totalmente insostenibile e quindi bene ha fatto la Fai a  promuovere il nuovo sistema fondato sulla sicurezza che rappresenta un bene di tutti e per tutti. I costi minimi per la sicurezza nel trasporto delle merci sono indispensabili se si vuole passare da vuoti, generici auspici alla concreta sicurezza”. Ad affermarlo è Fabrizio Palenzona (nella foto in compagnia del presidente del Consiglio, Mario Monti), presidente della Fai Service in un’intervista pubblicata da Fsi, il giornale di riferimento degli associati Fai.

Un’intervista nella quale Fabrizio Palenzona, che nel 1987 era stato eletto presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiana, ha anche sottolineato come “i controlli siano l’altra faccia della medaglia. La direzione è quella giusta, bisogna insistere, pretendere i controlli per tenere nel mercato le aziende sane ed espellere quelle irregolari”. Palenzona ha concluso sottolineando l’importanza di proporre incentivi reali per l’accorpamento delle aziende perché “solo la dimensione assicura la possibilità di allargare la gamma dei servizi”.

5 risposte a “Palenzona: “Più controlli sui costi minimi nel trasporto significano più sicurezza”

  1. Signor Palenzona, nella giornata in cui si ricordano le vittime degli incidenti stradali mi sembra che ci siano moltissime persone che non pensano affatto a far qualcosa perchè morti e feriti sulle strade diminuiscano. Sto parlando dei tanti, tantissimi committenti, che si ostinano a non volere i costi minimi per la sicurezza, nonostante siano stati resi obbligatori da una legge dello Stato. Persone che pensano solo a far cassa. Sulla pelle altrui!

  2. Vista la palese volontà dei miei committente a non pagare il dovuto e visto che l’andamento negativo della mia azienda, come delle altre operanti nel trasporto, era dipeso proprio dalle tariffe troppo basse, che nonostante le mie innumerevoli richieste, in un regime di libero mercato, non venivano in alcun modo poste al rialzo, ho deciso di applicare per l’appunto il contenuto dell’art. 83 bis, augurandomi che questo potesse, oltre che a farmi recuperare le mie somme, anche revocare lo stato di messa in liquidazione della mia azienda e portasse un favorevole contributo di incoraggiamento a tutte le imprese di trasporto nell’applicare i costi minimi di sicurezza, al fine di garantire la sicurezza stradale e la regolarità del mercato dell’autotrasporto merci per conto di terzi.
    Consultato il mio avvocato e il commercialista, assieme, abbiamo effettuato i conteggi, asseverati con perizia giurata, presentati in tribunale e a seguito abbiamo ottenuto ben 14 decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi con dispensa dell’osservanza del termine di cui all’articolo 482 c.p.c. (di questo mai nessuno ne ha parlato), 13 dal tribunale di Rovigo e uno dal tribunale di Venezia, nei confronti di altrettanti committenti, per la maggior parte grossi trasportatori e logistiche. Convinto della bontà della legge in oggetto, molto acclamata dalle associazioni e dagli esperti di trasporto, abbiamo iniziato un lungo calvario di azioni giudiziarie nei confronti dei committenti, che però, rispondendo con opposizioni infondate e con l’apporto di giudici che non sanno giudicare, forse anche disinformati o incuranti di questa legge, stanno facendo sospendere tutti i decreti che noi abbiamo ottenuto, con motivazioni futili e assurde, orientate per lo più a un giudizio interpretativo che tecnico. Questo, visti anche gli ulteriori e notevoli esborsi di denaro, (ho richiesto anche l’intervento di un luminare, che ha vissuto dall’interno questo decreto legge) richiesti per far fronte ai costi di avvocati e periti, rischia di mettermi solo nell’ultima condizione di dichiarare il fallimento della mia azienda. Ora mi chiedo e vorrei che questo fosse chiesto al vostro presidente dottor Paolo Uggè: a cosa serve aver fatto tutto questo, e acclamare una legge che dovrebbe dare ossigeno alle aziende di trasporto, creare nuovi posti di lavoro, creare condizioni umane e sicure di lavoro, eliminare la concorrenza sleale, ottenere decreti ingiuntivi, credere che questa sia una svolta per il mondo del trasporto, creare manifesti per la campagna di sensibilizzazione come dal vostro sito, discutere in sedute parlamentari e intimare come ha fatto il vostro presidente, al nuovo Governo entrante e al nuovo ministro dei Trasporti Corrado Passera “Siamo pronti a collaborare ma non a lasciarci prendere in giro”, “Nessuno si azzardi a pensare che modifiche alle regole concordate con il precedente Governo e approvate dal Parlamento, possano essere cambiate in modo unilaterale con la bugia che alterano la concorrenza”… A cosa serve tutto questo, ripeto, se un giudice disinformato e superficiale, con una sentenza priva di contenuto tecnico in materia di trasporto, sospende un titolo esecutivo, ottenuto applicando scrupolosamente l’articolo 83 bis, dando spazio e forza alla committenza per continuare ad arricchirsi sfruttando i vettori che come me, credono in un autotrasporto leale e rispettoso delle regole, supportato da tariffe congrue atte a coprire almeno i costi minimi di gestione, al fine di garantire nell’effettuazione del trasporto, un livello di sicurezza per noi operatori e per gli utenti della strada e oltretutto a dare la possibilità alle aziende di onorare i propri debiti? Scusate se mi sono dilungato, ma vorrei che almeno anche questa volta, tutto quello che si è ottenuto non venisse vanificato. Gradirei una risposta e un aiuto da parte vostra, magari proprio dal vostro presidente, con il quale mi rendo disponibile per informarlo di come si sta vivendo, nei nostri tribunali e nella nostra zona questa legge e non vorrei che proprio in questi andasse soffocata. Inoltre mi rendo disponibile per tutti quei trasportatori che volessero consigli per applicarla e farla rispettare dalla propria committenza.Io purtroppo però, non ci sono riuscito! Grazie.

  3. L’altra faccia della medaglia è che i trasportatori non hanno “Santi” in Parlamento, non vanno a cena con giudici, politici, banchieri e non comprano appartamenti all’insaputa del Ministro di turno… Se poi provano a fare lobby c’è pure un Catricalà che li blocca perchè si sa, le sole lobby ammesse sono quelle che ben sappiamo. Affidare l’applicazione della legge a possibili quanto improbabili controlli, nella situazione in cui si trovano i controllori è una battaglia persa in partenza. Tutto si riduce alla volontà dei trasportatori di far causa al proprio committente o all’intermediario che si è messo in tasca una fetta di quanto per legge spetterebbe al vettore. E con il sistema giudiziario che abbiamo è facile immaginare come finisce. La situazione di Daniele insegna. Vorrei comunque citare dalla circolare dell’agenzia delle entrate questo passo:.La Direzione generale per il trasporto stradale e l’intermodalità del Ministero
    delle infrastrutture e dei trasporti, in base alle segnalazioni pervenute da parte dei
    soggetti che hanno effettuato il controllo e, comunque, DA PARTE DI CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE, a seguito di preliminare esame istruttorio, trasmette, entro il termine di
    sessanta giorni dal ricevimento delle segnalazioni stesse, gli atti, corredati da un
    dettagliato rapporto, all’autorità competente ad applicare le sanzioni amministrative
    previste dal citato comma 14: si tratta, quindi, di quelle conseguenti alla violazione
    delle norme di cui ai commi 7 (quota parte del corrispettivo dovuto al vettore), 8
    (indicazione della parte del corrispettivo dovuto al vettore) e 9 (pagamento del
    committente al vettore entro quindici giorni) dello stesso articolo.
    Il decreto ministeriale fa comunque salva la facoltà, per le autorità
    individuate per l’applicazione delle sanzioni amministrative che conseguono alla
    violazione delle disposizioni di cui all’articolo 83-bis, commi 6, 7, 8 e 9, di
    procedere d’ufficio, nell’ambito delle rispettive competenze, ove abbiano altrimenti
    notizia di dette violazioni. Quindi Daniele, come vedi ci sono altre strade, occorre trovare “il chiunque vi abbia interesse” (escluso tu,naturalmente).

  4. Io credo che molti rappresentanti istituzionali dovrebbero affermare pubblicamente quanto detto dal dottor Palenzona in materia di costi minimi per la sicurezza e controlli. Altrimenti molti potrebbero pensare che rappresentanti istituzionali sono contrari all’applicazione di una legge dello Stato. Meglio chiarire uscendo allo scoperto, cosa ne dite?

  5. Ciao Daniele , sono anch’ io un trasportatore e come Te ho intrapreso la strada dei costi minimi di sicurezza e come Te purtroppo sto trovando innumeroli difficolta’ – Il Nostro decreto e’ quasi di € 3milioni – avrei piacere poter parlarne con te al telefono – 393/1696189

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