La crisi economica, come recita l’agenzia “Dire” www.dire.it, ha lasciato il segno non solo nelle tasche degli italiani ma anche nel loro modo di muoversi. Tanto è vero che “dopo un triennio di crescita ininterrotta, gli indicatori di base dei consumi di mobilità hanno segnato tra il 2008 e il 2009 un -2,1 per cento nel numero di spostamenti e un -8,2 per cento in termini di distanze percorse”. Lo rileva il Rapporto 2010 sulla mobilità in Italia di Isfort, l’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, presentato a Roma.
Lo studio evidenzia due aspetti: un calo generale della mobilità urbana, e la conferma che gli italiani quando devono muoversi lo fanno in automobile. Infatti, nel 2009 gli spostamenti urbani in auto sono cresciuti del +4,1 per cento, mentre quelli in motociclo e ciclomotore sono invece diminuiti del -3,1 per cento. È crollo invece per il trasporto pubblico urbano (-5,4 per cento dei passeggeri).
Per l’Isfort e per il suo direttore, Carlo Carminucci, questi dati si spiegano così: “Sicuramente nel 2009 eventi specifici come la diminuzione del prezzo medio dei carburanti e il sostegno all’industria dell’auto tramite gli incentivi all’acquisto dei veicoli meno inquinanti, hanno favorito uno ‘shift’ modale a favore delle quattro ruote”. Nella nuova ripartizione modale, quindi, è solo l’automobile a guadagnare quote di mercato, “riportando l’asticella della propria posizione dominante oltre l’80 per cento (80,8 per cento, al livello del 2007)”.
Anche dal Papa può arrivare una possibile risposta alla crisi: durante il primo giorno del Simposio dei docenti universitari, gli economisti spiegano l’enciclica “Caritas in veritate”. Ecco il servizio:
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