Senso unico sul Passo dell’Aprica,
i lavori finiranno il 30 aprile

Passo dell’Aprica con un “tappo”, un senso unico alternato che durerà fino a ben oltre dopo Pasqua. Una cattiva notizia per gli sciatori e i turisti che frequentano la rinomata località della Valtellina. Valtellina che ha già un altro collegamento difficile, la statale Lecco-Colico, interessata lunedì da una grossa frana tra Varenna e Bellano.
L’Anas ha infatti comunicato che per proseguire i lavori di rifacimento del muro di sostegno al km 16,950 della strada statale 39 “del Passo di Aprica”, nel comune di Corteno Golgi (Brescia), si rende necessario prorogare fino al prossimo 30 aprile l’istituzione del senso unico alternato, già in vigore dallo scorso 18 dicembre 2009, nel tratto di statale 39 compreso tra il km 16,700 e il km 17,200, nel territorio del Comune di Corteno Golgi. L’Anas raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l’informazione sulla viabilità e sul traffico è assicurata tramite il sito Anas www.stradeanas.it e il numero telefonico unico “Pronto Anas” 841-148. Per evitare contraccolpi sulla stagione turistica, intanto nei prossimi weekend il Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco predisporrà una navetta gratuita dalla stazione di Sondrio che porterà gli appassionati della neve direttamente agli impianti di risalita. La Lecco-Colico dovrebbe comunque riaprire da lunedì sera o da martedì.

Una risposta a “Senso unico sul Passo dell’Aprica,
i lavori finiranno il 30 aprile

  1. Ho letto attentamente tutte le prese di posizione su quanto sta succedendo alla Valtellina, ancora una volta colpita di riflesso da un evento naturale. Ci mancava anche questo. Ho già avuto modo di leggere su Libero e sul vostro blog la presa di posizione di Uggè sulla vicenda sicurezza, rapportata alla situazione del fondo stradale, in occasione dello scoppio di tre gomme di un autotreno.
    Anche questa volta l’economia valtellinese è messa in difficoltà certamente da un evento imprevedibile ma anche dal disinteresse di quelli che solitamente amiamo chiamare i rappresentanti delle istituzioni.
    Il perché è subito spiegato: oltre a subire le conseguenze della frana caduta in località Varenna in provincia di Lecco la gente di Valtellina ha dovuto subire le conseguenze di uno sciopero dei treni che di fatto ha tenuto come ostaggi coloro che, avendo la necessità di muoversi, sono stati costretti o a spendere 5 o 6 ore sul lungo lago o a rinunciare agli spostamenti. Una prima osservazione i rappresentanti della provincia hanno giustamente protestato per essere rimasti esclusi dalle riunioni tecniche tenute dall’amministrazione della provincia di Lecco su come affrontare la questione viabilità per quanto accaduto. A parte l’idea geniale di affidare a personale non competente la gestione dei flussi di traffico, le conseguenze sono gravate sull’economia e sulla gente valtellinese. Però come mai non è stato rivolto un appello alle forze sindacali di sospensione dello sciopero per quella zona. A domandarsi la ragione non sono solo io ma gli stessi rappresentanti sindacali (la provincia di Sondrio). Ancora stupisce il silenzio degli uomini politici residenti in Valtellina. L’unica interrogazione è stata presentata da un deputato della provincia di Lecco (On. Condurelli), che ha avuto i natali a Teglio ma non risente degli stessi problemi sopportati dai valtellinesi. Forse qualcuno si muoverà in elicottero ma non aver trovato alcuna presa di posizione di questi rappresentanti la dice lunga sull’interesse che nutrono nei confronti della popolazione della provincia di Sondrio.
    A questa situazione imprevedibile si aggiunge il senso unico alternato sulla statale dell’Aprica che durerà fino al 30 aprile. Quindi anche una possibile via d’uscita avrà una mobilità ridotta.
    Per quanto tempo i valtellinesi, gente paziente e responsabile, rinunceranno ad assumere iniziative dirompenti? È possibile che una valle che mette a disposizione le proprie risorse naturali a una gran parte del Paese per dare energia possa essere trattata diversamente dalla Valle d’Aosta? O da altre zone?
    Perché non ricercare una soluzione che produca la possibilità alla gente e a un’economia così in difficoltà di ottenere riduzioni sulle tasse, sul costo del lavoro o altro? Politici valtellinesi cosa aspettate a fare il vostro dovere nei confronti della vostra gente?

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