Corte europea, se l’aereo ritarda
più di tre ore c’è un risarcimento

Ore e ore d’attesa in aeroporto, seduti sui seggiolini, in giro per negozi o nei vari bar. Appuntamenti di lavoro che saltano, vacanze che partono in ritardo e tanta rabbia. Ma da adesso, chi sarà costretto ad aspettare per troppo tempo il decollo sarà risarcito con una cifra compresa tra 250 e 600 euro. Lo ha stabilito la scorsa settimana la Corte di giustizia della Comunità europea, citando il regolamento comunitario sulla compensazione e l’assistenza ai passeggeri del traffico aereo. Un regolamento che prevede il rimborso nel caso in cui il volo venga cancellato. Ora, la Corte europea introduce un nuovo principio secondo il quale se il ritardo è superiore alle tre ore i passeggeri subiscono un danno equivalente a quello di chi vede il proprio volo cancellato.
In ogni caso, il rimborso non sarà automatico: la Corte mette in luce che non sarà dovuto in caso di circostanze eccezionali che sfuggono al controllo della compagnia e che non si sarebbero potute evitare. Tra questi motivi “eccezionali” non figurano i problemi tecnici agli aeromobili a meno che derivino da eventi che, per natura e origine, non sono inerenti al normale esercizio dell’attività della compagnia aerea e sfuggono al suo controllo.
Quella della Corte di giustizia è una sentenza che potrebbe avere pesanti ripercussioni, visto che circa il 30 per cento dei voli, sia in Italia sia in Europa, decolla in ritardo. Soddisfatto Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea con delega ai Trasporti, il quale spera che in questo modo i diritti dei cittadini ne possano uscire rafforzati.

2 risposte a “Corte europea, se l’aereo ritarda
più di tre ore c’è un risarcimento

  1. Sono convinto che rimarranno comunque esclusi tutti quei casi in cui, un vettore aereo, cancelli “strategicamente” un volo fissato per un orario, per far convergere gli utenti su un volo successivo. Necessità di riempimento del volo, certo, e contenimento dei costi, ma un utente ha scelto compagnia e volo sulla base delle proprie esigenze, che vengono disconosciute dal vettore. Tanto è “liberamente costretto” ad accettare la situazione !!

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