Bollo al chilometro, l’Aci:
“Lo proporremo anche per l’Italia”

Il bollo auto al chilometro che sarà operativo in Olanda a partire dal 2012 piace anche al presidente dell’Aci. “È una proposta che stiamo valutando anche per l’Italia”, dice il presidente nazionale dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi. “Abbiamo già affrontato il tema in alcune riunioni tecniche”. Ma come funzionerebbe? E soprattutto sarebbe conveniente? “Mi sembra sinceramente un ragionamento di equità”, afferma Gelpi. “È giusto far pagare in base a quanto un individuo utilizza la vettura. Non è infatti corretto che sborsi la stessa somma chi magari usa la macchina una sola volta al mese per andare a fare la spesa e chi la utilizza tutti i giorni”.
Un ragionamento che però deve ovviamente fare i conti con l’uso che della vettura fanno le singole persone. Giusto per fare un esempio, un agente di commercio che percorre annualmente circa 60mila chilometri e utilizza una vettura diesel 2.000 di cilindrata, paga oggi in media 260 euro di bollo. Applicando la nuova tariffazione, con la quota ferma a 3 centesimi, pagherebbe 1.800 euro e arrivando ai 7 centesimi al chilometro il conto raggiungerebbe i 4.200 euro. Senza considerare eventuali ulteriori balzelli come quello previsto per chi circola nelle ore di punta, ovviamente sempre percorrendo la stessa quantità di chilometri.
Ma esiste, almeno in Italia un problema molto complesso da risolvere. La tutela della privacy. Perché se questo sistema di pagamento diventasse operativo, gli automobilisti verrebbero costantemente seguiti – tramite gps – così da poter rilevare i chilometri percorsi.
“In effetti la tutela della privacy”, aggiunge il presidente Gelpi, “sarebbe il nodo cruciale su cui dovremo confrontarci. I sistemi tecnologici per monitorare gli spostamenti ovviamente esistono. Diverso è poterlo fare senza violare il diritto alla riservatezza. Attualmente costituirebbe una violazione seguire le persone per verificare i chilometri fatti”.
In Olanda il progetto è intanto già in fase avanzata. È previsto che la cifra da pagare sarà più elevata a seconda anche della cilindrata del veicolo e delle sue emissioni di Co2. Saranno invece soppresse le tasse sull’acquisto di un veicolo nuovo, pari a circa il 25 per cento del prezzo totale. “È una strada da seguire. Molto utile soprattutto per quanto riguarda i mezzi pesanti”, conclude Gelpi. “Chi utilizza maggiormente le strade, dovrà pagare di più. L’intera questione dovrà essere discussa anche a livello europeo”.

8 risposte a “Bollo al chilometro, l’Aci:
“Lo proporremo anche per l’Italia”

  1. Poveri noi autotrasportatori! Non abbiamo già abbastanza problemi da risolvere e ora si pensa di imporne altri. Prima sistemiamo quanto già in essere e poi valutiamo se e come introdurre una diversa tassazione che si preannuncia pesante per la nostra martoriata categoria. Una forma interessante sarebbe prevedere una importante agevolazione per chi effettua autotrasporto per conto terzi (ossia chi svolge l’autotrasporto per professione e spesso viaggia pieno-pieno bilanciando le tratte percorse).

  2. Può andare bene per i veicoli privati, ma non per chi utilizza auto, furgone o camion per lavorare. Sarebbe una tassa per chi si muove di più…

  3. Condivido e rilancio l’opinione di Alessio, il bollo a chilometro può andar bene per l’uso privato degli autoveicoli. Per l’uso professionale occorre invece fissare degli importi fissi, suscettibili di riduzione laddove il mezzo sia “ecologico” o munito di sospensioni pneumatiche.
    Va poi mutato il presupposto della tassa, che essendo di proprietà non consente di essere commisurata al minore o maggiore uso.

  4. Il buon Dio ci salvi dai tecnici, dagli improvvisatori e dai qualunquisti. Dopo gli olandesi che sanno bene di subire pochi danni dall’introduzione di un sistema simile (l’Olanda ha una estensione che è circa quella della Lombardia) ecco che arriva l’intellighentia italiana subito pronta a rincorrere le forme di nuovismo. Sono a conoscenza coloro che pensano di introdurre il medesimo sistema nel nostro Paese come le merci si muovono in Italia? Sanno che la competitività è dipendente dal fattore tempo? Sono in grado di fornire studi che attestino quanto traffico siano in grado di assorbire le modalità alternative alla gomma?
    Esprimere condivisione su una simile proposta solo perché i mezzi pesanti che utilizzano l’infrastruttura stradale più di altri devono pagare di più è per lo meno semplicistico. Come riusciranno le merci italiane a vincere la sfida della concorrenza in Europa è un mistero che attendiamo con ansia ci venga spiegato dai sostenitori della furba teoria olandese che a differenza nostra ha tutto da guadagnare.

  5. Visto che si parla di un nuovo sistema, perché non farlo migliore?
    Ci sarà una differenza fra chi percorre 10.000km con una piccola Smart, occupa quasi mezzo parcheggio e consuma 800 litri di benzina rispetto a chi lo fa con un Cherokee, che occupa un parcheggio abbondante, consuma 1400 litri di benzina.
    Utilizziamo tutti i parametri del veicolo: quanto circola (chilometri), quanto consuma in quei chilometri (consumo dichiarato), quanto spazio occupa (ingombro) e quanto incide sul consumo della strada (peso).
    Il sistema attuale incentiva implicitamente ad acquistare veicoli con poca potenza, e credo sia un bene.
    Incrementiamo il sistema, incentiviamo l’acquisto di veicoli che consumano poco, pesano poco e occupano poco spazio: un semplice “bollo al chilometro” non incentiva nulla.

  6. scusate, ma 0,03 / km significa che:
    10 km= 0,30 , ossia 30 centesimi
    100 km= 3 euro
    1000 km= 30 euro
    10.000 km=300 euro

    60.000 km = 300 x 6= 1.800 euro NON 180!!!

    se ho sbagliato qualche conto correggetemi…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *