Imponevano ai commercianti di prodotti ortofrutticoli l’utilizzo di proprie ditte di autotrasporto. Clan camorristici e mafiosi, alleati tra loro, riuscivano così a monopolizzare il trasporto tra Lazio, Campania e Sicilia, con la conseguente lievitazione dei prezzi di frutta e verdura. Un’attività che è stata scoperta dalle forze dell’ordine. E proprio in questi giorni, la Direzione investigativa antimafia (Dia) di Roma e la Squadra mobile di Caserta hanno eseguito oltre 60 arresti tra gli uomini del clan dei Casalesi, gruppo Schiavone, delle famiglie mafiose siciliane dei Santapaola-Ercolano di Catania, dei clan Mallardo di Giugliano e dei Licciardi di Secondigliano di Napoli.
Gli investigatori hanno scoperto che i capi delle organizzazioni camorristiche e quelle mafiose si riunivano in un’azienda di trasporti del casertano per decidere tra loro strategie e alleanze.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche veri e propri arsenali di armi provenienti dalla Bosnia. Sono state eseguite perquisizioni e sequestri nei confronti di società e aziende, legate alle organizzazioni criminali, attive soprattutto nei maggiori mercati ortofrutticoli della Campania, del Lazio e della Sicilia.
Ai vertici del sodalizio criminale c’era probabilmente Paolo Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan. Gli agenti lo hanno arrestato nel porto di Napoli, a bordo di una nave, di ritorno dal viaggio di nozze, insieme a sua moglie. Secondo gli inquirenti, il boss negli ultimi anni aveva assunto un ruolo di rilievo all’interno dell’organizzazione.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato: “Una grande operazione contro il clan dei Casalesi ma non solo, è stato infatti accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra nel settore del trasporto della frutta. Un’altra grande operazione di polizia contro un sistema di criminalità che ogni giorno viene colpito duramente”.