Conducenti che guidate i vostri tir attraverso l’Europa fate il pieno di pazienza. Già, perché ai confini con i diversi Paesi potreste essere fermati più volte per un controllo. Colpa (o merito?) delle misure straordinarie di controllo ai camion e ai mezzi pesanti lungo le frontiere decisi dai vari Governi preoccupati in particolare per la sicurezza interna ma anche per l’ingresso incontrollato di nuovi immigrati. Controlli che hanno “messo nel mirino” in particolare proprio i camion considerati ad alto rischio (visto l’elevatissimo numero in circolazione) per l’eventuale trasporto di terroristi e di armi ma anche di “clandestini”. Ma ecco una “mappa” delle aree geografiche dove i controlli sono stati prorogati e, in molti casi, potenziati. In Austria sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine sono finite in particolare le frontiere con Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria mentre la Danimarca ha deciso di alzare la soglia d’attenzione lungo i confini con Germania e Svezia, Paese quest’ultimo dove la tensione per le minacce alla sicurezza interna e per “l’importazione” di criminalità organizzata ha fatto scattare l’allarme non solo sulle strade, ma anche nei porti e negli aeroporti. E, ancora, anche la Norvegia ha deciso di potenziare i controlli alle frontiere marittime, nei porti con collegamenti all’area Schengen, con priorità assoluta ai possibili “bersagli energetici” a rischio di sabotaggi, mentre i responsabili della sicurezza dei Paesi Bassi hanno segnato in rosso sulle proprie cartine geografiche le frontiere con Belgio e Germania che a sua volta ha prorogato i controlli per camion e mezzi pesanti al confine con l’Austria, motivando la scelta con il pericolo di una nuova possibile ondata d’’immigrazione irregolare, imitata dalla Francia dove particolarmente altro sembra il timore di possibili attività terroristiche, seguito a ruota da quello per possibili episodi di violenza tra migranti. E l’Italia? Anche il Belpaese ha deciso di rafforzare i controlli di camion e mezzi pesanti in particolare al confine con la Slovenia che, a sua volta, ha invitato le forze dell’ordine in servizio ai confini di prestare la massima attenzione ai mezzi targati Croazia e Ungheria. Quali sono le conseguenze che si preannunciano di fronte a questo “giro di vite” sui controlli sui camion? La risposta è facile: ritardi con un conseguente aumento dei costi.