C’è del marcio nella logistica, fra fatture false crediti inesistenti e finti contratti…

C’è de marcio in Danimarca, è la celebre frase pronunciata da  Marcellus, ufficiale danese, nell’Amleto di Shakespeare. Ma c’è moltissimo marcio anche in Italia, come sanno purtroppo decine di milioni di cittadini che ne pagano le conseguenze. Un marcio che sempre più spesso affiora dal  mondo della logistica, settore tornato, una volta di più, sotto i riflettori, per una “brutta storia” di fatture false, compensazioni di crediti altrettanto fasulle, lavoratori assunti con finti contratti di somministrazione: tutti ingredienti di una nuova inchiesta, tutti “soggetti” dell’ennesima fotografia del “marcio”  frutto di una delinquenza che non una armi ma semplici fogli di carta e moduli spediti via e mail danneggiando non solo  moltissimi lavoratori ma milioni di italiani costretti a pagare più tasse per “compensare” truffe ed evasioni compiute da una delinquenza che lo “Stato che non c’è” non sa combattere. Una fotografia “scattata” grazie a un’indagine portata a termine dagli uomini del nucleo economico finanziario delle Guardia di finanza di Bologna in collaborazione con quelli dell’Agenzia delle Entrate, che ha visto protagonista ancora una volta il mondo della logistica e che  ha permesso di scoprire un’evasione di Iva per un importo di 39 milioni di euro realizzata attraverso l’emissione di fatture “giuridicamente” false, ammontanti a 250 milioni di euro circa e un’indebita compensazione di crediti, anche questi falsi, per 36 milioni di euro. Quatrantaquattro le persone denunciate in tutta Italia al termine dell’inchiesta coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Michela Guidi ed Elena Caruso che hanno anche disposto il sequestro di beni, danaro e partecipazioni societarie per un valore di oltre 9 milioni di euro oltre che i sequestro cautelativo di un consorzio bolognese attraverso il quale sarebbero stati assunti addirittura 1700 lavoratori che ogni anno risultavano “in somministrazione “ in società sparse in tutta la penisola:  nelle province di Bologna,Monza Brianza, Napoli, Forlì-Cesena, Piacenza e Roma. In totale 19 società di logistica e facchinaggio che risultavano i datori di lavoro, mentre in realtà la manodopera svolgeva i propri compiti per il consorzio.