Cento camionisti costretti a vivere accampati senza servizi igienici, riscaldamento, cucina

Erano un centinaio gli autisti, tutti di origine rumena, costretti sotto la minaccia del licenziamento, a vivere reclusi, anche nei periodi di riposo, in una sorta di accampamento privo di ogni servizio igienico, allestito vicino a un piazzale in uso a una delle maggiori società di autotrasporto di Piacenza, sfruttati in maniera vergognosa da quella che gli investigatori hanno definito “un’articolata organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di conducenti di autotreni di nazionalità romena”. Uno sfruttamento  portato alla luce dagli agenti della Polizia Stradale di Massa Carrara, Piacenza e Pontremoli, coordinati dalla Procura della repubblica di Piacenza, al termine di un’indagine avviata due anni fa quando una pattuglia della sottosezione autostradale di Pontremoli aveva fermato per un controllo un autista di origine romena che aveva esibito il proprio contratto di lavoro apparso però agli occhi esperti dei poliziotti falsificato nella data di scadenza. “Da qui gli investigatori hanno tessuto una fitta rete informativa, che ha coinvolto anche l’Ispettorato del lavoro e ha permesso di scoprire due società romene fittizie amministrate da persone senza scrupoli, che, approfittando dello stato di bisogno in cui si trovavano gli autisti, li costringevano a lavorare senza alcuna garanzia né diritto e in condizioni igieniche indecorose, si legge in una nota diffusa dai protagonisti delle indagine che hanno evidenziato “come gli autisti fossero costretti a dormire e soggiornare in pianta stabile nelle cabine dei camion in sosta, a scaldarsi con stufe improvvisate e utilizzare cucine ricavate da pancali e fusti per uso industriale”. Undici le persone messe agli arresti domiciliari con ipotesi di reato che vanno dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro alla truffa ai danni dello Stato, al falso ideologico.