È una vergogna inaccettabile, per uno Stato che si definisce democratico, che dal 2008 si prosegua a colpi di proroghe perché non si hanno la conoscenza o il coraggio d’intervenire per trovare una soluzione definitiva a un problema che vede contrapposti tassisti e noleggiatori con conducente, con questi ultimi “costretti”, da una teoria semplicemente demenziale, a rientrare in rimessa dopo ogni servizio. Da nove anni un articolo impone questa assurdità (ma altrettanto improponibile è pensare che i noleggiatori possano ottenere le licenze all’attività da Comuni fuori dalla Regione di residenza e offrire servizi in competizione con gli operatori locali…), ma invece di cancellarlo lo si aggira. Con una bella proroga per rinviare all’anno successivo la questione. In questi ultimi mesi il Governo ha cercato, attraverso incontri con i rappresentanti delle categorie, di predisporre un testo che potesse evitare di dover ricorrere, una volta ancora, a una proroga dell’entrata i vigore dell’incredibile norma, ma senza risultati. O meglio, col risultato che la scorsa settimana abbiamo assistito ad azioni di violenza, come quella di spargere chiodi fuori dal terminal dell’aeroporto romano di Fiumicino per danneggiare le auto di chi operava. E il Governo? Assente (non giustificato), quasi che la cosa non lo riguardasse. E, peggio ancora, come se i suoi rappresentanti non sapessero che il servizio pubblico dei tassisti deve avvenire entro certe regole, come in gran parte dei Paesi del mondo. Qualche esempio? Perché si consente alla categoria di non emettere lo scontrino fiscale? E perché non si pretende il rispetto di alcune normative comportamentali e che riguardano le condizioni delle autovetture? Invece che prorogare (che poi è solo la strada più facile per non affrontare un problema) perché non si danno risposte a un settore che da troppo tempo ha la necessità di regole moderne che pongano fine a un diffusissimo esercizio abusivo della professione? C’è poi la questione dei sistemi informatici, con le applicazioni dei “telefonini” che potrebbero essere utili per consentire il controllo costante dei noleggiatori. Un altro esempio del bisogno “disperato” di regole chiare: sì, perché il “nuovo che avanza”, a suon di tecnologia, non può consentire che chiunque, senza alcuna professionalità e controllo, possa pretendere di svolgere il servizio spazzando via, con una semplice App, professionisti del trasporto persone in possesso invece della necessaria capacità professionale e dei requisiti previsti dalle norme vigenti. Senza dimenticare un limite fondamentale (da stabilire chiaramente con regole precise): il corrispettivo per le prestazioni di trasporto che spetta al professionista in possesso dei requisiti, il quale riconoscerà un “compenso” alla piattaforma telematica. Le autorizzazioni, da rilasciarsi a livello regionale, non devono solo rispondere a dei parametri legati ai bisogni dell’utenza: dovranno anche essere normate in modo da impedire il determinarsi di posizioni di rendita, esigendo che le conoscenze di coloro che operano su concessione pubblica siano sempre più rispondenti alle esigenze degli utenti. In altre parole: occorre abolire la situazione in essere (da nove anni!), determinata da una gestione clientelare del passato, che per di più consente a Ncc e tassisti di lucrare potendo in tutta tranquillità cedere l’autorizzazione e poi ottenerne una nuova. Per sanare il passato e contemporaneamente dare trasparenza al futuro basterebbero poche regole: quanto tempo occorrerà ancora attendere per averle?
Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio