Le manovre del Governo che stanno uccidendo il mercato di auto e camion

A settembre il calo delle auto vendute rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è stato di circa il 26 per cento, un vero e proprio tracrollo registrato, ad agosto, anche per  i veicoli commerciali. Una “retromarcia” pesantissima che colpisce non solo i costruttori, ma tutto il reticolo di medie e piccole imprese dell’indotto. Il settore automotive nel complesso vale il 12 per cento del Pil nazionale, il 16 per cento di contributo al gettito fiscale e 1 milione e 200 mila addetti. Una recente nota di Confcommercio, sulle cosiddette spese obbligate dei consumatori, ha stimato che gli incrementi del prezzo dei carburanti intervenuti tra il 2010 e il 2012 abbiano sottratto risorse agli altri consumi per più di 6 miliardi di euro all’anno.

Ma la scure fiscale ha interessato il comparto non soltanto sul fronte carburante: la riforma dell’Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione dei veicoli, gli incrementi dell’Iva, l’aumento dell’imposta sull’assicurazione Rc Auto, il superbollo sulle auto più potenti sono alcuni esempi di manovre azzardate fatte dal Governo che si sono trasformate in altrettanti disincentivi all’acquisto in generale, e di veicoli in particolare. Tutti provvedimenti destinati a trasformarsi in un pericolosissimo boomerang: è stato stimato che nel 2012 lo Stato italiano, per il calo delle vendite, introiterà circa 3 miliardi di euro in meno tra Iva e tributi correlati. L’Unrae, l’associazione che rappresenta le case estere operanti sul mercato italiano dei veicoli, ha denunciato l’assurdità del fatto che, di fronte a una simile crisi, nessuno dei circa 150 tavoli predisposti dal Governo si occupi dei problemi della filiera automotive che stanno letteralmente uccidendo la distribuzione commerciale. Proprio per questo è da condividere pienamente la proposta di intervento formulata da Federauto relativa a un piano di incentivazione triennale decrescente finalizzato al rinnovo del parco circolante (auto, commerciali e industriali) con oltre 10 anni di anzianità. Un piano che eliminerebbe dalla strada veicoli, dalle auto ai camion ai bus, vecchi e più inquinanti, senza le più recenti dotazioni per la sicurezza, producendo, dunque, benefici ben aldilà della filiera automotive.

Paolo Uggè