Quale distributore di carburanti scegliere per risparmiare? Sembra una domanda piuttosto banale così come altrettanto banale e scontata potrebbe apparire la risposta: ovvio, scelgo il distributore dove la benzina costa meno (scrivo benzina perché si dice di andare a fare benzina anche quando l’auto va a gasolio). Eppure non è una cosa così scontata, perché l’automobilista italiano medio da sempre è molto sensibile al prezzo dei carburanti ma troppo spesso i centesimi di differenza lo inducono a scelte controproducenti in termini di risparmio, e questo non alla luce di indagini ma per quanto i gestori vedono quotidianamente nel comportamento degli automobilisti. Un “osservatorio” che permette di vedere come troppe volte la ricerca del miglior prezzo sia decisamente antieconomica sulla spesa per i carburanti, almeno quando le differenze non superano i quattro/cinque centesimi al litro, ma a volte anche per differenze ben superiori che comunque sono sempre più rare nel panorama dei prezzi. Perché affermo l’antieconomicità della ricerca del prezzo più conveniente? Per l’ovvietà del costo del carburante consumato per raggiungere l’area di servizio dove fare rifornimento con la benzina che costa meno, riflessione che già di per se basterebbe, ma che solo pochi automobilisti fanno mettendo in conto il costo chilometrico di una autovettura oltre quello “visibile” sui carburanti. Le tabelle Aci dovrebbero essere sempre consultate da tutti i consumatori. Oggi la differenza di prezzo tra i vari distributori, per la modalità di vendita self-service, mediamente si aggira sui tre centesimi al litro, indipendentemente che siano impianti con il marchio delle compagnie petrolifere o siano le cosiddette “pompe bianche”.E questo vale sia per la benzina sia per il gasolio “normali”, mentre i cosiddetti prodotti premium o speciali meriterebbero un discorso a parte. Se si va a curiosare nel servizio di calcolo dei costi chilometrici dell’Aci (https://costikm.aci.it/home) si scopre che il costo al chilometro per una autovettura di media cilindrata con percorrenza di 10.000 chilometri all’anno si attesta a 0,10 euro al chilometro per il solo carburante e a 0,50 euro per chilometro complessivo, carburante compreso. Il conto è piuttosto semplice: percorrere 5 chilometri per fare rifornimento costa 2.50 euro , e allora per pareggiare almeno il conto è necessario un rifornimento di 50 litri con uno prezzo inferiore di 5 centesimi al litro rispetto all’offerta locale sotto casa. Un non senso, anche per il tempo perso. E allora si capirà che spostare l’autovettura per il solo rifornimento è tutto fuorché un risparmio (che non è pero la sola questione, visto che le autovetture non hanno bisogno di sola benzina o gasolio, ma anche di qualche piccolo controllo ogni tanto, che so, una verifica della pressione dei pneumatici al cambio di stagione, una controllata ai vari liquidi, olio, acqua, lavavetri, qualche consiglio che non guasta mai e, perché no, due parole con qualcuno, magari anche solo per lamentarsi di questa benzina che da sempre è troppo cara per troppe tasse….). Il miglior consiglio che si può seguire? E’ quello di trovarsi un bravo gestore vicino a casa (o di tenersi stretto quello che si ha già, soprattutto se non è solo un prestatore d’opera, o similare, che non ha alcuna discrezionalità nella gestione dell’impianto, in pratica un dipendente con partita Iva senza alcun tipo di tutela che deve rigorosamente seguire le direttive della compagnia petrolifera, ma è invece un gestore vero, quello storico, che può ancora permettersi di perdere quel minuto di cortesia verso il suo cliente) che pratichi prezzi mediamente in linea nella vostra zona, e andare a fare rifornimento il più possibile da lui, magari senza aspettare che si accenda la luce rossa della riserva. Sicuri di trovare l’umana cortesia di chi si preoccupa che il cliente ritorni perché soddisfatto, il giusto consiglio e un piccolo aiuto quando sarà richiesto. Oltre al “vero risparmio”.
Moreno Parin