Duilio Balducchi non c’è più, ma l’autotrasporto continuerà a farsi guidare dai suoi insegnamenti

Fuori, nel piazzale, c’era posteggiato il camion sul quale i suoi figli hanno fatto disegnare il suo ritratto, per ricordare tutti i giorni, sulle strade, la straordinaria passione che papà Duilio aveva sempre nutrito per chi sulle strade ci lavorava e ci viveva, per il mondo dell’autotrasporto: dentro, in una delle aule dei corsi per i conducenti organizzati dalla Fai di Bergamo temporaneamente trasformata in “cappella” c’erano padre Giuseppe Bettoni, presidente della Fondazione Arché e nipote di Duilio Balducchi e decine di colleghi, ma soprattutto amici di sempre, pronti a ricordare (in occasione del consiglio nazionale della fai ospitato proprio a Bergamo)  le lezioni di vita insegnate a tanti dal presidente nazionale onorario dell’associazione,  fra le prime vittime, nel marzo 2020 dell’epidemia di Covid. Con un messaggio su tutti: mai arrendersi, rialzarsi sempre per affrontare ogni ostacolo che la vita ci pone davanti. Messaggi ben noti a sua moglie, Eugenia, che causa un leggero problema di salute, ha seguito la cerimonia grazie a un collegamento via Internet,;i figli Achille e Stefano; i nipoti che lo adoravano: Elena, che nonno Duilio era orgogliosissimo di avere al proprio fianco non solo “in casa” ma anche in azienda, Nicole o il piccolo, Michele. Familiari per i quali gli insegnamenti di Duilio Balducchi, continuano a vivere, così come per i tanti amici della Fai nella quale era entrato giovanissimo e con la quale ha trascorso 50 anni con un grande traguardo da raggiungere: far crescere la categoria, far crescere la sua professionalità, dar diventare le migliaia di autotraspoprtatori sempre più fieri e orgogliosi di rappresentare uno dei motori del Paese.