Una nuova emergenza colpisce il mondo dell’autotrasporto, già costretto a fare i conti con costi di gestione saliti alle stelle da una parte e, dall’altra, difficoltà (se non addirittura impossibilità) a vedersi riconoscere un adeguamento dei prezzi da parte della committenza e aiuti economici promessi dal Governo ma non ancora saldati. A oscurare ancora di più l’orizzonte “visto attraverso il lunotto di un camion” è la difficoltà, per moltissime imprese, nel farsi consegnare nuovi camion che le concessionarie fanno attendere mesi. “Da sei a 12, ma con attese che in qualche caso sfiorano addirittura l’anno e mezzo” come conferma Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, in un articolo dell’Inserto Trasporti del quotidiano L’Eco di Bergamo in edicola giovedì 16 giugno. Un articolo in cui il presidente della Fai Bergamasca spiega come a provocare la situazione (aggravata dalla guerra in Ucraina, con “grosse difficoltà nel rifornirci anche di acciaio e alluminio, fondamentali per la produzione degli allestimenti, in particolare di cassoni ribaltabili e cisterne”) ci siano anche i rincari dei prezzi, con aumenti, rispetto a quanto sottoscritto nei preventivi, “nell’ordine del 10-15 per cento, che diversi imprenditori si sono visti già richiedere e che rischiano di diventare la regola visto che praticamente nessuna concessionaria “blocca” il prezzo”. Rincari, di migliaia di euro per ogni camion, “causati da situazioni che oggettivamente non dipendono certo dai costruttori o dai concessionari”, conclude Giuseppe Cristinelli (protagonista, nell’Inserto dell’Eco, anche di un articolo dedicato all'”arrivo”, previsto per fine luglio, di oltre 500 milioni di euro di aiuti per il settore) “ma che purtroppo finiscono, come sempre, con il ricadere sull’ultima ruota del carro: l’acquirente.