Duecento chilometri al giorno: per il tir a idrogeno è partita la prova su strada decisiva

Ogni giorno percorre circa 200 chilometri: un traguardo certo non particolarmente significativo se paragonato alla “strada” che ogni giorno fa un camion, ma che assume un significato straordinario se visto dal punto di vista della mobilità sostenibile, della lotta all’inquinamento. Già, perché il camion in questione va a idrogeno: un prototipo elettrico con celle a combustibile utilizzato per un esperimento in condizioni operative. Un esperimento “partito” nel Benelux dove Dhl Express partecipa al programma Interreg NW Europe H2-Share, coordinato da WaterstofNet, e che vede l’azienda di autotrasporto olandese Nassau Sneltransport trasportare ogni giorno , sul mezzo pesante diventato con ogni probabilità il più famoso della flotta, prodotti per la Apple, facendo rifornimento d’idrogeno grazie a un impianto mobile. Continua a leggere



Mezzi pesanti a idrogeno: un webinar ci dice a che punto sono ricerca, reti di distribuzione…

Più passa il tempo più appare chiaro a molti che l’idrogeno avrà un ruolo chiave nel processo di “pulizia dell’aria”attraverso la riduzione delle emissioni inquinanti dagli scarichi dei mezzi di trasporto. Un’evidenza confermata anche dagli investimenti sempre più importanti, sottolineati anche in un documento del Parlamento europeo, “fatti per  veicoli a celle a idrogeno, in particolare per il parco veicoli commerciali, gli autobus e il trasporto pesante” Ma quanta strada è stata davvero fatta verso questa soluzione? Quali sono le tecnologie già oggi disponibili per lo sviluppo dell’infrastruttura di distribuzione? Sono alcune delle domande alla quali si propone di rispondere… Continua a leggere


Le vie della burocrazia sono infinite. Ma c’è chi aiuta le imprese a non perdersi per strada

Le vie del Signore sono infinite. Quelle della burocrazia rischiano invece spessissimo di finire prima ancora di cominciare, talmente sono contorte, quasi impossibili da percorrere, con “tracciati” talmente complicati da capire da scoraggiare moltissimi a imboccarle. Perfino quando quelle “strade”, sotto forma di pratiche, di bandi, potrebbero permettere alle imprese di accedere ad aiuti economici, a incentivi. È proprio per aiutare le imprese di autotrasporto a “ neutralizzare gli effetti nefasti della burocrazia” ed essere affiancati nel difficilissimo viaggio che guida a ottenere sostegni economici per tentate di uscire dalla “interminabile strettoia della crisi economica” che la Fai, Federazione autotrasportatori italiani ) di Brescia ha deciso di potenziare il proprio servizio di consulenza in materia economico-fiscale, per contrastare quello che Antonio Petrogalli, vero e proprio “padre” della Fai bresciana non ha esitato a definire “un mastodontico apparato burocratico che imbriglia le imprese e scoraggia gli investitori amplificando la crisi innescata dalla pandemia. Continua a leggere