Dietro la corsa alla ripartenza si nascondono gravi pericoli che vanno subito fermati

“La corsa alla ripartenza, il desiderio di recuperare il tempo perduto, economicamente, nei lunghissimi mesi di pandemia non deve trasformarsi in una folle corsa in cui l’unica cosa che conta è arrivare al traguardo anche a costo di liberarsi, durante la “gara” della sicurezza, come fosse un’inutile zavorra, mettendo in pericolo la vita di migliaia di autisti di mezzi pesanti e di milioni di utenti della strada. E questa “voglia matta di ripartenza ”, soprattutto se di certa committenza pronta a “sorpassare” ogni regola pur di arrivare, con consegne moltiplicate, senza guardare gli orologi e le norme, non può neppure  portare a un aumento spaventoso del traffico, come invece sta accadendo, aggravato da cantieri stradali e infrastrutture inadeguate che  stanno creando cose e ingorghi peggiori che nel pre-covid. Sarebbe un errore imperdonabile e, per certi versi, addirittura criminale, se chi oggi guida il Paese non recepisse e non facesse proprio il messaggio lanciato dal  presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè per far si che la ripresa economica avvenga senza causare una serie di effetti collaterali che potrebbero avere conseguenze pesantissime. In particolar modo su una categoria, quella dell’autotrasporto,  che non può continuamente essere messa fra l’incudine del guadagno a tutti i costi voluto da una certa committenza e il martello delle norme che colpiscono, sotto forma di pesantissime sanzioni, chi oggi è costretto, a volte addirittura sotto ricatto, a violare le norme sulla sicurezza per rispettare i tempi di consegna. Riassumendo: il mondo dell’autotrasporto non può più farsi carico di errori e incapacità altrui; decine di migliaia di lavoratori di questo settore hanno già recitato il ruolo di eroi nella prima fase della pandemia e oggi devono essere messi in condizione di poter svolgere il proprio lavoro, in sicurezza e senza subire ricatti. Magari facilitati da qualche “concessione in più” che consenta loro di superare alcuni ostacoli non dipendenti da loro, senza essere “massacrati” a colpi di multe per non aver rispettato i tempi di guida e riposo dopo essere stati costretti magari a stare in coda per ore per lavoro in corso o incidenti: “piccoli “aiuti” che allentino ala morsa dei controlli ma senza  andare però in nessun caso in direzione opposta  alla “strada” che ha priorità assoluta: quella di fare innanzitutto prevenzione contro nuovi possibili focolai”. Così il presidente della Fai di Bergamo, Giuseppe Cristinelli, ha commentato la presa di posizione pubblicata  sul sito di Conftrasporto dal presidente nazionale Paolo Uggè per richiamare l’attenzione di tutti a una “ripartenza sicura” , sia sotto l’aspetto sanitario sia per quanto riguarda il pericolo incidenti stradali che, come evidenzia il presidente nazionale della federazione autotrasportatori italiani,  non può correre il rischio di trasformare il Paese in un Far West  (arrivando addirittura a “legare i tempi di consegna al riconoscimento del corrispettivo del trasporto”) e facendo scorrere sangue sulle strade. Come quello dei “ ben otto conducenti di mezzi pesanti che in una sola settimana hanno perso la vita”. Un documento di cui stradafacendo riporta i passi salienti. “Non v’è dubbio che la ripresa sia in corso e si presenti anche più robusta di quanto era stata prevista. Questo ci rende sicuramente più felici. Non sfugge però a nessuno che la ripresa tuttavia stia nei fatti generando un incremento della congestione con impatti evidenti sulle attività di consegna. Il sistema è in sofferenza ma guai a pensare che le conseguenze si debbano scaricare sulle aziende di trasporto e della logistica. La scorsa settimana in sei giorni ben otto conducenti di mezzi pesanti hanno perso la vita. E questo non può essere in alcun modo ignorato. La necessità di una “certa committenza” pare sembra più orientarsi a pretendere la produttività a ogni costo ma non può scaricarsi sulla nostra attività. Spesso e volentieri pare che le regole non esistano e talvolta qualcuno sembra voler ritornare addirittura alla fase del ricatto. Legare i tempi di consegna al riconoscimento del corrispettivo del trasporto significa questo. Non siamo nel Far West; né alla guida degli automezzi non si trovano robot ma uomini che meritano rispetto e che hanno limitazioni fisiche, oltre che di legge. Gli imprenditori del settore stanno deciso di investire ancora perché credono nel Paese e sono intenzionati a proseguire nelle attività ma occorre una coscienza civica da parte di tutti. Il mors tua vita mea non è più accettabile e la Fai contrasterà questo modo di operare (…. ) Conta molto il grado di sensibilità della parti in causa. Tutte. Non v’è ombra di dubbio che la sicurezza, il rispetto delle regole il comportamento dei conducenti, le infrastrutture, siano componenti decisive per ambiente e sicurezza. Altrettanto si deve tenere conto che dopo il rallentamento forte, determinatosi per gli effetti della pandemia, i rifornimenti sono ripresi in modo significativo. E’ noto come ormai l’economia sia fluida, passata dagli stock ai flussi e la consegna delle merci in tempo reale ponga il fattore tempo come elemento essenziale di competitività.  Quello che occorre evitare è comunque passare da una fase nella quale i trasportatori, indicati come gli eroi della strada perché con i sacrifici di molti di loro si è impedito che l’economia del Paese si fermasse, a una fase nella quale l’obiettivo sembra divenire quello di stressare le consegne (…) Non è un mistero che in una simile condizione la carenza di conducenti si aggiunga a peggiorare tutta la funzionalità della catena logistica. Altrettanto gli interventi di manutenzione sulle infrastrutture stradali creano colli di bottiglia che rallentano le attività di trasporto. Se automezzi sono bloccati per ore per motivi che si devono imputare a fattori esterni, non è concepibile né accettabile di voler scaricare le responsabilità sui conducenti dei mezzi pesanti o sulle stesse imprese. Ma vi sono dei “signori committenti” che operano in questo modo vergognoso ed è bene fermarli subito. Vorrei ricordare a questi committenti esigenti che esiste la legge della responsabilità condivisa che proprio in questi giorni ha suscitato l’interessamento del governo. Se le condizioni non sono compatibili con regole che debbono essere rispettate e se per causa di queste si verificano incidenti, il committente è sempre e in ogni modo coinvolto nelle responsabilità. Gli episodi che si stanno verificando dovrebbero indurre a un maggior rispetto delle norme. Sappiamo che esistono richieste precise rivolte al ministro dell’Welfare da parte dei rappresentanti dei lavoratori, tendenti a tutelarne le attività che debbono avvenire in sicurezza. Ovviamente non si parla solo di autotrasporto ma anche degli addetti alle ribalte che molto spesso già patiscono sfruttamenti da parte di realtà cooperative o imprese fasulle alle quali vengono assegnati gli appalti dai committenti. Il tutto non avviene ponendo al centro il rispetto dell’uomo bensì la ricerca del lucro a ogni costo. Questo non è etico.  Sul tema è già intervenuto il presidente del Consiglio che ha chiesto di “far luce” sulle cause di certi episodi. Anche il presidente Mattarella ha sottolineato la necessità del rispetto dei principi della sicurezza, ed infine il ministro del Welfare Orlando, in un incontro avvenuto in settimana, ha bollato gli episodi di sfruttamento come comportamenti inaccettabili, che troveranno risposte adeguate da parte della Autorità pubblica con mirate verifiche che verranno intensificate.  L’etica dell’imprenditorie impone comportamenti adeguati. Un valore al quale ognuno ha il dovere di ispirarsi e il primo soggetto che ha il compito di dare garanzie, questo ha ribadito il ministro Orlando, è il ministero del lavoro. Il Governo sta valutando di legare i trasferimenti di risorse economiche per il settore del trasporto e della logistica ai comportamenti che devono essere aderenti con le regole. Barattare il lucro con la sicurezza e la vita della gente non è accettabile in una società civile”.

6 risposte a “Dietro la corsa alla ripartenza si nascondono gravi pericoli che vanno subito fermati

  1. I pericoli viaggiano sui camion perchè ci sono troppi esponenti dell’autotrasporto che ce li “caricano”: mi riferisco a quei trasportatori che accettano di lavorare a costi ribassati per la committenza e che così facendo non hanno poi margini per pagare adeguatamente i conducenti, ragion per cui non ci sono più giovani autisti. E’ un cane che si morde la coda ma il responsabile è il cane, cioè l’autotrasportatore (quello più stupido, e ce ne sono ancora tantissimi in circolazione….).

  2. Cane non morde cane dice un proverbio ma autotrasportatore morde autotrasportatore: è chi accetta dalla committenza ribassi inaccettabili la causa di tutti i mali

  3. Ma perchè lo Stato non va a controllare le imprese di autotrasporto che lavorano sottocosto? Ci vuole molto a capire che se fanno certi prezzi potrebbe significare che sfruttano i lavoratori, creano pericoli sulle strade (perchè sicuramente non fanno manutenzione come dovrebbero ai camion e chissà che mezzi utilizzano….)?

  4. Chi lavora sottocosto non è che a volte ricicla denaro sporco? Lo Stato fa finta di niente perché è più comodo spremere gli onesti a suon di tasse.

  5. C’è un aspetto che nessuno evidenzia: se l’autotrasporto è allo sbando, in balia di una committenza sempre più con il coltello dalla parte del manico e sempre più interessata solo al proprio utile, con nessuno vuol far più questo mestiere, la colpa di questo COLOSSALE FALLIMENTO’è anche di chi dovrebbe tutelare la categoria, dei rappresentanti delle tante associazioni. Molti di loro, evidentemente, non sono stati all’altezza della situazione (altrimenti oggi l’autotrasporto non sarebbe un’attività con mille problemi e senza futuro…..). Eppure su di loro silenzio… Che strano…..

  6. Conftrasporto fa parte di Confindustria. In pratica siamo l’unico Paese dove il cliente fa le regole del mercato, fa da controllore e da tutore e poi si spaccia per paladino e garante delle stesse. L’autotrasporto in questa maniera fa comodo a troppi. Quando, a breve, si arrivera’ al collasso, ci sara’ la solita processione e le solite chiacchiere di Ugge’ e dei ministri di turno. Incentivi ed eliminazione dei mezzi col crono digitale, obbligo per le aziende di avere l’autista con contratto e immatricolazione del mezzo della stessa nazionalita’, aumento dei controlli in strada per le aziende estere o estero vestite e in azienda alle aziende nazionali. Obbligo per i clienti dei pagamenti puntuali, del rispetto delle norme e dei tempi di carico col pagamento del mezzo fermo, con l’obbligo delle aziende di trasporto di denunciare chi non le rispetta. O siamo in Europa unita solo per le chiacchiere? E le dogane aperte? No perche’ questo e’ quello che succede ovunque tranne che qua. Ma ripeto, sta situazione fa comodo a troppi.

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