Autotrasporto italiano ultima ruota del carro in Europa: persi quasi 29 miliardi di euro

La crisi nel mondo del trasporto e della logistica ha viaggiato molto più velocemente in Italia rispetto ad altri Paesi dell’Unione europea. Lo dimostra uno studio realizzato da Confartigianato Trasporti che rivela come nel 2020 il fatturato del comparto del trasporto e magazzinaggio in Italia sia crollato del 17,5 per cento, contro 12,9 per cento registrato nei 27 Paesi dell’Ue, con un “rosso” nel bilancio dei ricavi salito alla vertiginosa cifra di 28,8 miliardi di euro. Perdite che sono state solo in minima parte limitate dal boom dell’e-commerce causato dai decreti che hanno vietato gli spostamenti e dalla sospensione di attività commerciali, visto che a fronte di un aumento del 34,5 per cento degli acquisti fatti in rete il fatturato delle “consegne” ha registrato solo un più 4,4 per cento. E se la situazione è pesantissima per quanto riguarda il trasporto merci, lo scenario è addirittura drammatico per il trasporto di persone con la quasi scomparsa del flussi turistici (meno 73,2 per cento nelle grandi città), e dei viaggi di lavoro (meno 67,5 per cento), che hanno messo in ginocchio le imprese di trasporto con pullman turistici e scuolabus, taxi, auto a noleggio con una caduta dei ricavi tra le più pesanti: il 73,8 per cento. “La peggiore recessione dalla Seconda guerra mondale”, come ha commentato il presidente di Confartigianato trasporti, Amedeo Genedani, sottolineando che “nel 2020, a fronte di un calo del 9,1 per cento degli investimenti complessivi valutati in termini reali, quelli in mezzi di trasporto sono crollati del 28,1 per cento” e chiedendo al Governo “ interventi per riattivare il fisiologico ciclo degli investimenti. Nel Piano nazionale di riprese e resilienza trasmesso al Parlamento le risorse per la missione relativa a infrastrutture e mobilità sostenibile rappresentano il 14,2 per cento dei 222 miliardi di euro di risorse europee, ma per il 90 per cento sono concentrate nella componente dedicata alla rete ferroviaria ad alta velocità/capacità”, ha concluso il presidente di Confartigianato trasporti. “Lo abbiamo detto e ripetuto sia negli incontri con il ministro Enrico Giovannini sia nelle audizioni parlamentari sul Pnrr: per la seconda economia manifatturiera dell’UE, che muove su strada il 44 per cento del valore dell’interscambio commerciale, la riduzione delle emissioni deve essere accompagnata incentivando con un piano pluriennale il rinnovo del parco veicolare e rafforzando gli investimenti in quelle infrastrutture logistiche che favoriscono l’interscambio della modalità di trasporto (gomma-treno e gomma-nave), modificando in direzione degli autotrasportatori che compiono la scelta intermodale gli attuali strumenti Marebonus e Ferrobonus. Interventi decisivi per apportare benefici sul versante ambientale ma ancora più necessari per riattivare il fisiologico ciclo degli investimenti”.