Codice della nautica da diporto, il “faro di carta” che illumina un mare di norme oscure

Funzionari della Pubblica amministrazione, uomini delle forze dell’ordine, delle Capitanerie di porto, della Guardia di finanza, e poi avvocati, consulenti, professionisti e studiosi del settore, ma anche tutti coloro che possono avere a che fare, per lavoro o magari, perché no, più semplicemente per piacere, con la materia della navigazione da diporto. E per loro che Egaf ha deciso di varare” un nuovo indispensabile strumento di consultazione: il Codice della nautica da diporto, con l’obiettivo di accendere un nuovo faro che aiuti decine di migliaia di persone a orientarsi meglio in un mare di disposizioni spesso frammentarie e “oscure”, in uno scenario normativo “ancora pervaso da incertezze interpretative e applicative, derivanti anche dalle attese norme correttive e attuative delle disposizioni in essere”, di fronte al quale “è apparso necessario fissare la situazione giuridica attuale con questo volume” che , si legge in un testo di presentazione del nuovo “prodotto editoriale” di Egaf “non contiene solo il testo aggiornato e coordinato del Cnd e del relativo regolamento ma anche un’appendice normativa complementare”. A indicare ogni rotta ai lettori due “timonieri” d’eccezione: Stefano Pollastrelli, docente universitario di giurisprudenza e Giuseppe Semeraro, ufficiale superiore delle capitanerie di porto, che hanno arricchito il manuale di un apparato di note giurisprudenziali e di richiami alle principali circolari ministeriali, corredati da commenti, capaci, proprio come un faro, di “fare luce” su passaggi spesso oscuri. Un volume che “salpa” dal Siste, il sistema telematico centrale, le cui norme di attuazione si integrano assicurando, con l’Archivio telematico centrale e con lo Sportello telematico del diportista (Sted), una sempre maggiore semplificazione e dematerializzazione del regime amministrativo delle unità da diporto, per far approdare i lettori in un mare di altri argomenti: le nuove attività commerciali svolte con unità da diporto; l’istituzione del titolo semplificato di ufficiale di navigazione del diporto di seconda classe, in raccordo con le certificazioni Imo e gli standard della Convezione internazionale Stcw; la disciplina della figura dell’armatore del diporto e l’ introduzione di due nuove figure professionali (mediatore del diporto e istruttore di vela); la disciplina delle scuole nautiche, dei centri di istruzione per la nautica e delle strutture dedicate alla nautica da diporto. E, ancora, l’istituzione del servizio di assistenza e traino per imbarcazioni e natanti da diporto; quella del servizio di assistenza e traino per imbarcazioni e natanti da diporto e del servizio di assistenza e traino per imbarcazioni e natanti da diporto; il riconoscimento giuridico del Bollino blu; la costituzione dell’Anagrafe nazionale delle patenti nautiche; la previsione di tutela ambientale. Fino al “rinnovato e più rigoroso sistema sanzionatorio”.

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