La conferma del limite di tre operazioni nell’arco di sette giorni per chi fa cabotaggio stradale in un altro Paese comunitario con l’obbligo del veicolo di lasciare quello Stato per potervi rientrare solo dopo quattro giorni (il cosiddetto periodo di raffreddamento). E poi
l’obbligo di rientro del veicolo nel proprio Paese di immatricolazione ogni otto settimane settimane, anziché le quattro previste nella prima versione e quello d’installare il cronotachigrafo anche sui veicoli commerciali leggeri con massa complessiva da 2,5 a 3,5 tonnellate che svolgono autotrasporto internazionale. Sono questi i principali punti inseriti nell’accordo sul trasporto stradale internazionale raggiunto dall’Unione europea Ue con il Pacchetto Mobilità 1 che conferma inoltre il divieto per gli autisti di effettuare in cabina il riposo settimanale di 45 ore obbligandoli a rientrare nel Paese di residenza ogni quattro settimane, qualsiasi sia il posto dove si trovano, con la prospettiva però d’introdurre la possibilità di due riposi settimanali brevi di 24 ore consecutive. Misure che riusciranno ad arginare l’ondata di sleale concorrenza e il dumping dei Paesi dell’est, disposti a sfruttare la manodopera più a basso costo infrangendo le primarie regole sicurezza? Tutto dipenderà, come sempre dai controlli.