La logistica può far crescere in modo significativo l’occupazione, ma può anche determinare la perdita di mezzo milione di posti di lavoro. Un dato, emerso dal Rapporto di Randstad Research “Le nuove sfide per il futuro del lavoro nella logistica” presentato oggi in un convegno a Piacenza, destinato a far riflettere. Cosa che ha fatto il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè. Che commentando quella che “è solo apparentemente una contraddizione in termini, che salta agli occhi solo di chi pensa che le operazioni di logistica non debbano sempre più trovare addetti disposti ad adeguarsi ai cambiamenti che il mercato globale impone”, si domanda se sia “sufficiente l’adeguamento professionale ai nuovi sistemi”, ma anche come “contrastare i fenomeni di sfruttamento che si determinano nelle operazioni di intermediazione parassitaria. Accorciare la filiera abbatte l’improduttività e porta a risparmi significativi che consentono ai sistemi produttivi di cancellare gli episodi di sfruttamento, operare nel rispetto delle regole, massimizzando così i ritorni economici”, scrive in un comunicato il vicepresidente di Conftrasporto che, occupandosi di un caso d’attualità, quella delle proteste dei corrieri in atto in due centri del Piemonte, sottolinea come “bloccando con iniziative di protesta l’intera attività di un committente primario si metta in difficoltà tutto il sistema di logistica con il rischio di impattare su altri lavoratori. Se queste azioni debbono essere la risposta che qualcuno immagina come soluzione adeguata, si agisca nei confronti di coloro che per ottenere appalti non tengono in conto le condizioni delle regole di sicurezza sociale e della circolazione. Eppure le gare prevedono questi obblighi “, prosegue Paolo Uggè. “Stressando gli operatori, utilizzati per i servizi richiesti dal committente primario, gli intermediari mirano solo a incrementare i loro margini, magari strumentalizzando le proteste per ricontrattare i termini del contratto”. Infine un atto d’accusa, contro chi “in modo demagogico indica nel committente primario l’elemento che sfrutta i lavoratori, dimenticando ciò che avviene in certe forme di lavoro collettivo e comunque senza essersi documentato sull’organizzazione e sulle condizioni di lavoro realmente esistenti nelle principali strutture logistiche.”. Cosa si può fare? “Si riparta da un disegno di legge, già scritto e mai portato avanti dal 2008, che introduceva la previsione del contratto di logistica e definiva con chiarezza regole e comportamenti, dai quali tutti avrebbero da guadagnare”.