Fermare lo smog solo mettendo i tir su treni e navi? È come svuotare il mare con un secchiello

Pensare di ripulire l’aria togliendo i camion da strade e autostrade per caricarli a bordo dei treni, ma anche dei traghetti, è come credere di poter svuotare il mare con un secchiello? È, in estrema sintesi, quanto pensa Paolo Uggè, vicepresidente nazionale di Conftrasporto e Confcommercio secondo il quale far viaggiare i tir via rotaia e via mare offre sicuramente un importante contributo alla lotta all’inquinamento, ma le vere armi per combattere e vincere davvero la battaglia sono altre: prima fra tutti il rinnovo parco mezzi.
Commentando l’annuncio da parte di Alis sulla riduzione dei mezzi pesanti lungo le strade grazie al trasporto su ferro e mare, il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto ha infatti pesantemente “rilanciato” mettendo sul tavolo una serie di dati che rivelano l’insufficienza da questa misura, da sola, spingendo per una politica che consente alle imprese di autotrasporto di rottamare camion spesso vecchissimi, e dunque inquinanti oltre che pericolosi, con mezzi tecnologicamente in grado oggi di ridurre in maniera drastica l’inquinamento e di prevenire possibili incidenti. rinnovo del parco mezzi circolante. “In un anno 1,5 milioni di camion vengono “tolti” dalle strade grazie al mare e al ferro. Bene, l’intermodalità contribuisce all’abbattimento di CO2, ma non basta, ha affermato Paolo Uggé, “perché un milione e mezzo di camion in anno corrisponde a 4mila camion al giorno in meno lungo le nostre strade: dato positivo, ma si tratta di una goccia nel mare rispetto ai milioni di camion che giornalmente percorrono le nostre strade (oltre mezzo milione solo lungo le autostrade). I proclami rivelano tutti i loro limiti, se non si mette mano, con idee incisive e interventi concreti, al mondo dei trasporti e guardando anche oltre, cioè a tutti i fattori di inquinamento”. Fattori che spessissimo non viaggiano su strade e autostrade: secondo i dati elaborati da Conftrasporto-Confcommercio, per effetto dei nuovi standard europei le emissioni dei veicoli pesanti in Italia, nel passaggio dal 1990 al 2016, si sono infatti dimezzate per gli ossidi di azoto e addirittura ridotte del 7 0per cento per le polveri sottili. Nel 2016, d’altra parte, le emissioni di queste ultime riconducibili ai trasporti ammontavano a poco più del 20 per cento (e all’interno di questi il trasporto di merci su strada soltanto al 7,1 per cento), mentre il riscaldamento, gli allevamenti e l’industria raggiungevano complessivamente circa il 65 per cento del totale.”Per ridurre la CO2 occorre, quindi, contrastare anche i veri grandi inquinatori”, ha concluso Paolo Uggè “accelerando contemporaneamente il rinnovo del parco circolante, il più vecchio d’Europa, attraverso specifici incentivi che tengano conto della neutralità tecnologica dei mezzi pesanti. E continuado a sostenere il mare-bonus, incentivo per il trasferimento modale da strada a nave, che per essere realmente efficace deve prevedere il coinvolgimento diretto delle imprese di autotrasporto. E qui il nuovo Parlamento europeo dovrà battere un colpo, per superare i vincoli europei alla erogazione degli incentivi”.