Ladri di biciclette è il titolo di un film di Vittorio De Sica ambientato nella Roma dell’immediato dopoguerra. Un classico del cinema e uno dei più alti esempi del neorealismo cinematografico italiano, votato nel 1952 come il più grande film di tutti i tempi dalla rivista cinematografica britannica Sight & Sound e sei anni più tardi eletto il secondo miglior film di sempre alla Confrontation di Bruxelles da una giuria internazionale di critici. Ai giorni nostri le scene di Ladri di biciclette non vanno più in onda sul grande schermo ma nella vita reale di tutti i giorni, con un exploit di furti delle vecchie care due ruote spinte a pedali in diverse città. Fra le “capitali” dei furti di bici figura sicuramente nelle primissime posizioni Bologna, città studentesca per eccellenza, dove la bici è, anche grazie alle numerose piste ciclabili e ai chilometri di porticati che proteggono dal maltempo, uno dei mezzi di trasporto più usati. E più rubati. Come ha confermato a stradafacendo.tgcom24 una coppia di giovani studentesse approdate nella città “Dotta” da Bergamo. Neppure il tempo di lasciare le valige nella nuova casa, condivisa con altri studenti già “esperti” della nuova città, ed ecco il primo avvertimento: “Spostatevi in bici, ma occhio ai furti. Sono la regola. Una vera epidemia”. Fortunatamente con un “antidoto”, anche se sempre illegale: “ricomprare una bici usata da uno dei tantissimi ladri e ricettatori che abitualmente fermano gli studenti per strada senza farsi alcun problema”. Con la possibilità, si vedersi offrire magari la propria bici, cosa capitata a moltissimi studenti. E del resto per le due studentesse verificare che era esattamente così è stato semplice: è bastato uscire un paio di giorni a piedi nelle vie della nuova città, per prendere confidenza con l’orientamento, con le aule universitarie, ed ecco sbucare uno, cinque, dieci venditori di bici. Alla luce del sole, davanti a tutti, compresi uomini in divisa “che però non ci fanno però più caso come del resto ci sono poliziotti che alla stazione si voltano dall’altra parte quando qualche aitante uomo di colore si avvicina offrendo marjuana, cocaina o qualsiasi altra droga….”. E purtroppo tutto questo a Bologna non è un film. Se lo fosse sarebbe da premio Oscar come denuncia dell’incapacità di saper controllare una città di saper far rispettare le leggi, lasciando intere vie o aree in mano alla delinquenza. Bologna è sempre stata una città politicamente “rossa”. Per quanto concerne i furti di bici e lo spaccio di droga alla luce del sole lo è di vergogna…