Autisti con contratti di lavoro romeni, dichiarazioni dei redditi non presentate, evasione contributiva e assicurativa. La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto un’evasione fiscale di oltre trenta milioni di euro. Nei guai è finita un’impresa di autotrasporto piemontese. I finanzieri, che hanno denunciato il titolare e altre due persone, hanno indagato sui rapporti della società di autotrasporto italiana con due società romene alla quali venivano commissionati i servizi di trasporto.
Ma dagli accertamenti è emerso che sia gli autisti sia i camion delle imprese estere venivano impiegati direttamente dall’impresa piemontese. Un metodo che consentiva all’autotrasportatore di usufruire di un regime fiscale e previdenziale più vantaggioso rispetto a quello italiano e di far pagare il trasporto a prezzi più bassi rispetto alle altre imprese italiane. Secondo l’accusa i responsabili, per nascondere la reale natura delle prestazioni, avrebbero emesso anche false fatture e prodotto falsi contratti di locazione. In totale sono 79 i lavoratori che, secondo le indagini delle Fiamme Gialle, sono soltanto formalmente dipendenti delle aziende estere. L’evasione contributiva e assicurativa è di circa 2 milioni di euro.
Fuori i nomi, si deve verificare la regolarità d’impresa di questo trasportatore e se non in regola (come mi sembra evidente) andrei a chiedere ai suoi clienti i mancati versamenti contributivi come prevede la legge.Picchiare duro sulle aziende come questa e su quelle che utilizzano personale assunto all’est.
Personalmente chiuderei l’azienda e non permetterei che (come succede sempre) riapra subito con un nuovo preposto o un nuovo (finto) titolare.
Perchè non scrivete chi sono questi “galantuomini”? Perché “nasconderli” quando hanno fatto simili porcherie? Questi sono gli imprenditori (?????) che uccidono le imprese sane e oneste, che lasciano a casa lavoratori padri di famiglia…. E’ un diritto della gente sapere queste cose!
Come scrive giustamente Roberto B. questi tanto dopo poco tempo riaprono con una nuova testa di legno a guidare l’azienda, un finto titolare mentre dietro ci stanno i soliti farabutti. È un dovere fare nomi e cognomi di questi “signori” perché è un diritto di chi dovesse aver bisogno di un trasportatore sapere se ha che fare con gente perbene e imprese serie o con delinquenti e imprese taroccate….
Sulla questione vige il segreto istruttorio perbacco! Teniamoli pure segreti i nomi di questi galantuomini. Al solito due pesi e due misure: quando è utile a qualcuno i nomi scappano. Nel lontanissimo Belgio invece il problema non si pone: il nome è Jost.