Niente taxi nelle stazioni ferroviarie per protesta “contro un Governo che non ascolta chi lavora”

Tassisti di nuovo sul sentiero di guerra: per il 29 maggio la categoria ha infatti indetto un altro sciopero nelle principali stazioni ferroviarie per protestare contro quella che Loreno Bittarelli, presidente di Unione radiotaxi italiani, ha definito una “netta, immotivata e inaccettabile chiusura del governo a qualsiasi forma di confronto e anche semplice interlocuzione rispetto alla riforma del settore”. L’Uri ha chiesto l’avvio urgente da parte dei ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo economico del tavolo di lavoro “mai attivato”, come prevedeva invece l’accordo sottoscritto con il ministero dei Trasporti il 21 febbraio scorso. Continua a leggere

Ponti e cavalcavia, il computer ci dirà quando sono stati costruiti, controllati, “riparati”…

Un sistema digitalizzato controllato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti raccoglierà per ogni Regione d’Italia i dati del censimento delle infrastrutture viarie sospese, ponti viadotti e cavalcavia, indicando  l’anno di costruzione, la portata dell’infrastruttura, lo stato di manutenzione straordinaria e ordinaria con gli interventi eseguiti. È uno degli impegni per il Governo contenuto in una risoluzione Pd, a prima firma Mario Tullo, approvata in commissione Trasporti  alla Camera. Ed è, soprattutto, una prima attesissima risposta  all’allarme rosso scattato negli ultimi mesi dopo i ripetuti crolli di ponti e cavalcavia che  hanno provocato anche morti e feriti. Continua a leggere

Autopromotec 2017 al via con espositori da tutto il mondo e un ricco calendario di convegni

È l’edizione più grande e internazionale di sempre, con espositori da tutto il mondo e un fitto calendario di eventi. A Bologna, fino al 28 maggio, è in programma Autopromotec, la rassegna delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico che da oltre 50 anni raduna i professioni del post vendita. Nel quartiere fieristico di Bologna ci sono 1.651 espositori, con una quota di aziende straniere del 42 per cento per un totale di ben 53 Paesi rappresentati, sei in più rispetto all’edizione del 2015.

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Venezia chiamata a votare al referendum per dire sì o no alle mega navi da crociera in Laguna

Venezia al referendum dirà sì o no alle gigantesche navi da crociera in Laguna? É la domanda che pone il portale mareonline (cliccate qui per navigarci) titolando l’articolo di presentazione del referendum in programma il 18 giugno organizzato dal comitato No Grandi Navi. Un referendum “lanciato”, come ha spiegato Renato Mazzolin, portavoce del comitato, attraverso la distribuzione di migliaia di volantini e i manifesti che spiegano l’opposizione al transito dei giganti del mare nelle acque che circondano la città gioiello veneta. Il quesito scelto per la consultazione è: “Vuoi che le Grandi Navi da crociera restino fuori dalla laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della laguna stessa?”

Fai Umbria, i nostri primi 5 anni di vita ci dicono che abbiamo seguito la strada giusta…

Iniziare da zero, imboccare la strada giusta e, nonostante le numerose insidie legate alla crisi, giungere a destinazione, a raggiungere l’obiettivo di diventare il partner migliore per un numero sempre maggiore di autotrasportatori. Un traguardo che in realtà è già una nuova partenza. Nel fine settimana Fai Umbria ha festeggiato i primi cinque anni di attività. Era il 2012, quando partì il viaggio. Con dieci aziende associate a fine anno, diventate 29 nel 2013 e 43 nel 2014. Una crescita continua (52 nel 2015, 71 nel 2016) che testimonia la bontà del lavoro del presidente Vittore Fulvi e del segretario Carlotta Caponi. Ora le aziende associate sono ben 87 per un totale di oltre mille mezzi.  Continua a leggere

Via della Seta, se l’Italia non si muove rischia di trasformare un’opportunità in un pericolo

Può un’opportunità di crescita economica trasformarsi in una brusca frenata, una sicurezza di avere prospettive positive in un rischio di nuove difficoltà? Apparentemente  potrebbe sembrare un “non sense”, ma rischia di non esserlo. Una riflessione che merita d’essere fatta anche su opportunità che, sulla carta, appaiono fantastiche. Come per esempio l’idea del presidente Xi Jinping di realizzare, con il mega progetto infrastrutturale della nuova via della Seta, l’incontro tra Oriente e Occidente, dando vita a un nuovo ciclo di sviluppo economico che consentirà alla Cina di trarre evidenti benefici. Un progetto che prevede sei corridoi  destinati a congiungere le due economie oggi lontane e  che poggia su solidissime basi: per la gestione finanziaria esiste l’Asian International Infrastrutture Bank, di cui fanno parte 58 nazioni, e in prima battuta è previsto un finanziamento di 47 miliardi di dollari. L’Italia, che ha giustamente aderito a tale evoluzione, è interessata per i traffici che entreranno nell’area mediterranea ma cosa ha fatto fino a oggi per farsi trovare pronta all’appuntamento? Poco, anzi quasi nulla.  Continua a leggere