Costi minimi per la sicurezza del trasporto, il Tar rinvia ancora tutto al 15 novembre

I giudici del Tar del Lazio hanno nuovamente rinviato ogni decisione in merito alla richiesta, avanzata da una parte della committenza, di sospendere  l’applicazione della legge sui costi minimi per la sicurezza nel trasporto delle merci. Ogni decisione (salvo un nuovo, clamoroso rinvio) verrà presa il prossimo 15 novembre, data in cui è stata fissata la nuova udienza. A far slittare la sentenza, un vizio di forma presente nel ricorso presentato. Nuova fumata bianca dunque che ha lasciato insoddisfatti sia i rappresentanti della committenza sia i rappresentanti del modo dell’autotrasporto che, proprio alla vigilia dell’udienza davanti ai giudici del tribunale amministrativo regionale del Lazio avevano “acceso i riflettori” sul caso costi minimi pubblicando una lettera aperta rivolta alla committenza  sul quotidiano economico Il Sole 24Ore e su Il Giornale.  Una pagina dal titolo provocatorio “Quanto vale un chilo di pasta? E la vita di una persona? nella quale i rappresentanti del mondo dell’autotrasporto hanno voluto invitare tutti a riflettere sui pericoli che, senza l’applicazione di quei costi minimi, potrebbero moltiplicarsi su strade e autostrade. I motivi? ” Basti pensare che se i costi al chilometro non sono sufficienti a pagare neppure la manutenzione del tir, il cambio delle gomme e delle pastiglie dei freni, o non bastano a mettere al volante un professionista della guida, centinaia, migliaia di camion possono trasformarsi in altrettante bombe a orologeria in viaggio sulle strade, pronte a epslodere”, commenta il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, principale sostenitore della nuova campagna di informazione insieme al segretario nazionale di Unatras, Pasquale Russo. “Senza dimenticare il pericolo, altissimo, d’infiltrazione di mafia, camorra e ‘ndrangheta nel mondo dell’autotrasporto che, messo in ginocchio da una crisi infinita e da una non cultura della sicurezza, che purtroppo appartiene ancora a troppi committenti, sarebbe un bersaglio ideale per la criminalità organizzata, il “veicolo” ideale per riciclare montagne di denaro sporco. Ora”, conclude Paolo Uggè, “non ci resta che attendere il 15 novembre certi che in quella data  verrà finalmente messa la parola fine a un capitolo di vitale importanza pere la sicurezza di milioni di persone e che ognuno presterà la massima attenzione per evitare che nuovi ostacoli giuridici possano provocare un nuovo rinvio”.