Grecia in crisi, Atene dimentica il traffico: crolla l’uso di auto e mezzi pubblici

C’era una volta il traffico folle di Atene. Macchine incolonnate, clacson a fare da colonna sonora e smog alle stelle. Poi è arrivata la crisi che è riuscita dove gli ambientalisti hanno fallito. Da qualche mese a questa parte il traffico della capitale greca è migliorato e la velocità media di percorrenza è aumentata addirittura dell’11 per cento. Un dato all’apparenza positivo, ma che in realtà nasce proprio dalla grave situazione economica che sta vivendo il Paese. Secondo uno studio pubblicato dal quotidiano Kathimerini, i greci hanno ridotto l’uso delle auto private di circa il 30 per cento. 

Colpa degli aumenti del prezzo della benzina (venduta a circa 1,80 euro al litro) e degli incrementi di tasse di circolazione e dell’assicurazione, oltre ai costi aumentati per la manutenzione. Tutti motivi aggravati dall’aumento della disoccupazione e dalla diminuzione dei salari. I pochi soldi nelle tasche dei greci hanno fatto precipitare anche l’uso dei mezzi pubblici, calati anche loro del 30 per cento. La crescente disoccupazione ha infatti fatto diminuire il numero delle persone che usavano l’auto propria o i mezzi pubblici per andare e tornare dal lavoro mentre, per le minori disponibilità economiche, sono diventati meno frequenti anche i viaggi e le gite durante il tempo libero.
Nel frattempo, la riduzione nell’uso dei trasporti pubblici si è tradotta in un minore gettito nelle entrate. La società che gestisce la metropolitana, la ferrovia elettrica (ISAP) e i tram di Atene, ha fatto sapere che il proprio fatturato è calato del 19 per cento. A tale diminuzione ha contribuito naturalmente anche il sempre maggior numero di passeggeri che non pagano il biglietto perché non hanno soldi o perché rifiutano di farlo in segno di protesta per il costo (1,40 euro) ritenuto eccessivo.

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