“Sono restrittive della concorrenza”. Con questa motivazione, scritta nella segnalazione inviata a Governo e Parlamento alla luce degli emendamenti votati al Senato ma esclusi dal maxiemendamento e in vista del Consiglio dei Ministri di oggi che ha all’ordine del giorno un decreto legge sull’autotrasporto, l’Antitrust ha bocciato le tariffe minime nel settore dell’autotrasporto. Secondo il garante, accordi di settore che individuino “costi minimi di esercizio si traducono in tariffe minime che, anziché garantire il soddisfacimento di standard qualitativi e di sicurezza del servizio, assicurano condizioni di redditività anche a coloro che offrono un servizio inefficiente e di bassa qualità. Sempre secondo i responsabili dell’Antitrust “l’esigenza di garantire il rispetto dei parametri di sicurezza può essere comunque soddisfatta attraverso misure più coerenti con i principi della concorrenza: l’esercizio dei poteri di controllo e sanzionatori che la legge attribuisce alle amministrazioni pubbliche competenti, eventualmente rafforzato, consente infatti di rispettare gli standard qualitativi minimi e l’osservanza della normativa in materia di lavoro e di previdenza, senza la necessità di introdurre restrizioni concorrenziali finalizzate unicamente alla protezione dei livelli di reddito dei vettori”.